Battesimo del Signore – Anno C - giovedi' 4 gennaio 2007



Canto di esposizione e invocazione di adorazione

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento. Tutti: Il santissimo e divinissimo Sacramento. gloria….

Con Maria, nostra Madre

Sac: Nella gioia del Natale apriamo il nostro cuore davanti a Gesù Eucaristia, così come Maria lo aprì per accogliere la venuta del Signore e diciamo:

Tutti: Dio infinito, la prima e l'ultima esperienza della mia vita sei tu. Sì, proprio tu, non il tuo concetto, non il tuo nome che noi ti abbiamo dato. Tu, infatti, sei venuto sopra di me nell'acqua e nello Spirito del battesimo. Allora non ho escogitato ed elucubrato alcunché a tuo riguardo. Allora il mio intelletto, con la sua saccente perspicacia, è rimasto in silenzio. Allora tu stesso sei divenuto, senza interpellarmi, il destino del mio cuore. Sei stato tu ad afferrarmi, non io a 'comprenderti', tu hai trasformato il mio essere fin nelle sue ultime radici, tu mi hai reso partecipe del tuo essere e della tua vita, mi hai fatto dono di te, di te stesso, e non semplicemente di una informazione poco chiara e remota a tuo riguardo in parole umane. Non riesco perciò a dimenticarti, perché sei diventato il centro più intimo del mio essere. La tua parola e la tua sapienza sono in me, non perché ti conosco nei miei concetti, ma perché mi riconosci per tuo figlio e amico. Cresci dentro di me, irradia sempre più in me, illuminami, luce eterna. Solo tu devi illuminarmi, solo tu parlarmi. Tutto quel che altrimenti conosco e ho imparato deve soltanto guidarmi a te. (K. RAHNER)

Tutti: Madre di Gesù guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

Invocazione e canto allo Spirito

 

 

 

Per Gesù, Parola del Padre

 

 

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).
Tutti: E noi gli diciamo: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. (1 Sam 3, 10).

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica (Lc 3,15-16.21-22)
Lettura dal vangelo di Luca:

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.


Tutti: “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105).

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

 

1L“…si domandavano in cuor loro…se non fosse lui il Cristo …”

Al fiume Giordano, Gesù si presenta come tutti. Lui, che non conobbe peccato, in fila come gli altri peccatori. Per ricevere, come gli altri, un battesimo di purificazione, preludio dell'unico Battesimo "in Spirito Santo e fuoco" che Lui solo è venuto a darci. C'è attesa nella folla: "Si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse Lui il Cristo". Ma Giovanni smentisce, con quella consapevolezza del vero che è umiltà forte e illuminata. Ora, quel che colpisce, è il fatto che nel Battesimo la prima manifestazione è quella dell'umiltà di Gesù diventando solidale con i peccatori. Si potrebbe dire che l'umiltà del bambino non è diminuita con la crescita. Per noi avviene esattamente l'opposto: più cresciamo più ci sentiamo forti e indipendenti. Gesù adulto, si mette in fila e si lascia battezzare. E' chiaro che Gesù non aveva proprio bisogno di calarsi nelle acque del Giordano per liberarsi dal peccato, essendo figlio di Dio, ma volle con questo gesto presentarsi come uno di noi agli occhi del Padre, ossia togliersi di dosso il peccato che rende impossibile un rapporto filiale con Dio. Ancora Giovanni con il suo gesto: «io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali». É il gesto che si addice a uno schiavo. Il Battista dinanzi al messia che viene si sente servo, e per di più umile e indegno.


 

2L“Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera…”

Gesù, appena ricevuto come tutti il Battesimo, sosta in preghiera. La prima azione di Gesù è la preghiera: nella preghiera Gesù fa sua l'attesa del popolo, si fa carico del suo peccato e del suo desiderio di salvezza; questa preghiera è efficace ed ha una risposta (i cieli si aprono). Il nuovo tempo che comincia è tempo di reale comunicazione tra Dio e l'uomo. Luca è attento a mostrare Gesù in costante atteggiamento di preghiera, soprattutto nei momenti decisivi della sua vita. Vuole, appunto, sottolineare il fatto che il dono dello Spirito è ottenuto dalla preghiera. La preghiera; una preghiera quotidiana, autentica, fatta di silenzio e di ascolto della parola del Maestro Gesù così come ci insegna il Rabbì, assorto nella preghiera dopo il suo battesimo, anche se breve, ci consente di respirare e vivere sotto un cielo aperto dove tutto trova luce nell'Amore del Padre e forza nell'azione del suo Spirito. Anche questo sia per noi vivere la grazia del nostro Battesimo. Quanto sono importanti questi tempi (anche brevi) ma personalissimi del nostro dimorare con Gesù nell'Amore del Padre, nel fuoco stesso dello Spirito Santo presente e operante in noi, proprio in forza del nostro Battesimo.

 

 


1L “Tu sei il mio Figlio prediletto…”

Luca racconta l'aprirsi del cielo. «…ed ecco il cielo si aprì». Si aprì, quasi risultato della preghiera di Gesù; si aprì come si apre una porta o una diga, come una breccia nelle mura. E dal cielo non scendono miracoli, ma, come colomba, lo Spirito Santo. «Spirito» è parola che significa «vita», dal primo soffio di Dio che accende la fiamma misteriosa nel guscio d'argilla che è Adamo. «Santo» significa «di Dio». Vivere la «Vita di Dio», soffio che rianima la fiamma smorta, vitalità nuova per ogni battezzato. E' la grande manifestazione di Gesù al Giordano. Su quel Gesù di Nazaret scende lo Spirito e la voce del Padre: Egli è il Figlio di Dio, il Salvatore, Colui che ci meriterà ogni grazia e ogni santificazione. Al Giordano dà inizio alla sua vita pubblica, al compimento della sua missione.
Vivere una parola: Tu sei mio figlio. È un padre vicino e amorevole che parla: vicino al punto di scendere su di me, amorevole al punto di soffrire con me tutte le mie fragilità. Accompagna la mia vita, la interpella, la riaccende, la salva. Dice: «Figlio». E capisco allora che la fede non è qualcosa che dà un quadro alla mia vita, ma che è la vita stessa, da vivere, da respirare, far crescere, trasmettere. Che la fede non è una convinzione ma una relazione. In cui stare fermi, a cui sempre ritornare, con la preghiera che ti riporta davanti a Dio, che apre il cielo, che ti apre al cielo. «Tu sei mio figlio prediletto». E capisco che ognuno è il figlio preferito, che Dio preferisce ciascuno.

 

 

Sac: Contributi per la preghiera:


"Tu sei il mio figlio prediletto!".


1 Me ne accorgo?


2 Trovo nella giornata spazi di silenzio, per ascoltare questa voce?


3 In virtù del battesimo che ho ricevuto, riesco a sentire la condizione filiale rispetto a Dio?

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

Al Padre, meta ultima della nostra vita.

È il momento di far risuonare dentro di noi la parola del colloquio con la Trinità. Cerca nel testo sacro ascoltato una piccola parola divina da meditare e custodire nel cuore, sull’esempio di Maria di Nazareth.


 

La Parola si fa preghiera

Guida: “Ascolta Signore la mia voce”. (Sal 26, 7).
Tutti: “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera”. (Sal 130, 2).

Preghiera spontanea (brevi preghiere di dialogo e di adorazione, di lode e di ringraziamento, di richiesta di perdono, di intercessione).

Ritornello: Benedetto il Signore che dona la vita.( ripetere ad ogni preghiera)




 

Contemplazione finale

 

[…] Come cristiano, ho scoperto per la prima volta questa parola nella storia del battesimo di Gesù di Nazareth. «Non appena Gesù uscì dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E sentì una voce dal cielo: “Tu sei mio Figlio, l’Amato, in te mi sono compiaciuto”». […] Sì, è quella voce, la voce che parla dall’alto e da dentro i nostri cuori, che sussurra dolcemente o dichiara con forza: “Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto”. Non è certamente facile ascoltare quella voce in un mondo pieno di altre voci che gridano: “Tu non sei buono, sei brutto; sei indegno; sei da disprezzare, non sei nessuno e non puoi dimostrare il contrario.”. Queste voci negative sono così forti e così insistenti che è facile credere loro. Questa è la grande trappola. È la trappola del rifiuto di noi stessi.
“Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo. Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nelle profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto all’ombra del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Ho contato ogni capello del tuo capo e ti ho guidato ad ogni passo. Ovunque tu vada, io vengo con te, e ovunque tu riposi, io veglio su te. Ti darò del cibo che soddisferà ogni tua fame e bevande che estingueranno ogni tua sete. Non nasconderò il mio viso da te. Tu sai che io sono tuo come io so che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo… Sì, persino il tuo bambino… ovunque tu sia, Io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno”.

 

(Henri J.M. NOUWEN)

 

 

Canto per la Benedizione eucaristica: Tantum ergo
Sac: Preghiera (solo il sacerdote in piedi)

Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perchè adoriamo
in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù,
presente in questo santo sacramento.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T –Amen.


Dopo la benedizione:
Tutti: Dio sia benedetto…

Canto per la comunione.