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OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA ---XXVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - giovedì 4 ottobre 2007

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                    Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.                  gloria….

 

Con Maria……..

 

Sac: Apriamo il nostro cuore davanti a Gesù Eucaristia,

così come Maria lo apriva all’azione dello Spirito e diciamo:

 

Tutti: Come Maria, o Gesù, la tua e nostra Mamma celeste,
abbiamo il dono di portarti in noi,
dopo averti ricevuto nell’Eucaristia
e dopo esserci nutriti della tua Parola viva e trasformante
per l’azione del tuo Santo Spirito.
Davanti a te, in questo momento,
vogliamo non soltanto confermare questa nostra fede,
ma affidarci a lei, e lasciarci condurre per mano,
perché ci guidi dentro il mistero della tua Parola e del tuo Amore.
Invia il tuo Spirito su di noi
perché la Parola che ascoltiamo,
accolta, meditata e custodita nel più intimo di noi stessi
porti frutto secondo il desiderio di ciascuno
e soprattutto, in conformità alla volontà del Padre,
diventi liberante da ogni nostra pigrizia ed egoismo,
tenga lontano ogni malvagità,
ci sostenga nelle difficoltà e nelle tribolazioni,
ci aiuti a combattere e a superare la tentazione
e ci guidi passo passo in ogni istante della nostra vita
fino al giorno in cui, nel compimento beato della nostra speranza,
possiamo sperimentare e godere la verità piena della tua promessa. Amen 

 

 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

***Invocazione e canto allo Spirito

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica . (Lc 17,5-10)

 

Lettura dal Vangelo di Luca :
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

 

1L -”… aumenta la nostra fede! Se aveste fede quanto un granellino di senapa…”


Gesù ha parlato al suo piccolo gregge delle varie esigenze della sequela. Sono tutte grandi ed impegnative perché cambiano in maniera radicale il loro modo di vivere. Gli apostoli comprendono la sublimità di questo ideale di vita, ma sono consapevoli che con le sole forze umane non sono in grado di realizzarlo. Intuiscono che il segreto è la fede in Dio, ma si rendono conto di quanto questa loro fede sia fragile. Ecco perché, nella preghiera, si rivolgono al Maestro chiedendogli una fede più grande. Nella sua risposta Gesù mette in risalto l’importanza, la necessità e, soprattutto, la potenza della fede. Egli afferma che, se gli apostoli avessero tanta fede quanto un granellino di senapa, avrebbero forza con la semplice parola di far sradicare un albero di gelso e trapiantarlo nel mare.  E’ ovvio che l’immagine non va presa alla lettera. Sradicare e trapiantare nel mare è un paradosso, cioè un modo di dire volutamente esagerato, per inculcare nella mente dei discepoli il concetto che alla fede nulla è impossibile. Il paragone con il “granellino di senapa” sta ad indicare che Gesù non chiede una fede più o meno grande, ma una fede autentica, genuina. E la caratteristica della vera fede è quella di poggiare unicamente su Dio e non sulle proprie capacità. Se ci assale il dubbio o abbiamo qualche esitazione nella fede, ciò significa che la nostra fiducia in Dio non è ancora piena: abbiamo una fede debole e poco efficace, che fa ancora leva sulle nostre forze e sulla logica umana. Chi si fida interamente di Dio, lascia che sia Egli stesso ad agire e… a Dio nulla è impossibile. La fede che Gesù vuole dai suoi discepoli è proprio quell’atteggiamento pieno di fiducia che permette a Dio stesso di manifestare la sua potenza. E questa fede non è riservata a qualche persona eccezionale, ma è possibile e doverosa per tutti i credenti.

 

 

2L -“… quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili.”

Questo insegnamento di Gesù suona come una domanda rivolta alla nostra coscienza di cristiani che, anche se a fatica, s’impegnano affinché si possa essere sinceramente suoi discepoli: Ho fatto quanto dovevo fare? Quando una parola fuori posto, un comportamento sbagliato, un insuccesso, una delusione, un dubbio, ci ferisce, ci disorienta, allora è il momento di porsi la domanda: Ho fatto quanto dovevo fare? Come cristiani, discepoli di Gesù, questa domanda è legittima e doverosa. Il vero seguace di Gesù sa che non deve accontentarsi del poco che fa, ma sempre deve tentare di superare il proprio egoismo, orgoglio, pigrizia. Gesù mette in guardia i suoi discepoli dalla tentazione di accontentarsi di quanto si è fatto: né di più né di meno. Se siamo sinceri e vogliamo vivere gli insegnamenti di Gesù, dobbiamo spesso ammettere che non abbiamo fatto quanto dovevamo fare… per risolvere un problema, una incomprensione, un’offesa, una mancanza, un pettegolezzo, una diceria. Moralmente non è corretto non fare tutto ciò che è in nostro potere: riconciliare un’amicizia, chiarire un fraintendimento. Per quanti come noi, poi, all’interno della comunità, della Parrocchia, sono chiamati a compiere determinati servizi, a beneficio di tutti, vale ancor di più questo insegnamento, perché potremmo non sentirci “servi inutili” e ritenerci a posto: “Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. Questa tentazione, che colpisce i discepoli di Gesù, anche quelli in buona fede, è ricorrente e nuoce non poco all’interno delle nostre comunità. Ritenersi indispensabili, quasi insostituibili, è un vero e proprio peccato. Specialmente quando questa considerazione frena o, peggio, ostacola quanti, al contrario, sono disposti ad ascoltare e mettere in pratica le disposizioni ricevute cioè a ritenersi veramente, nei fatti, “servi inutili” e ad impegnarsi sempre di più in tutto ciò che è possibile fare per migliorare situazioni, persone, progetti, lavori, cammini. E’ proprio del vero discepolo di Gesù, il percepire, sempre e comunque, che alla fine di ogni opera di Dio, riconosciuta come tale, si poteva fare molto di più e meglio, e che ancora tanto resta da fare. Solo così qualsiasi opera alla quale si è messo mano può portare molto frutto, diventa opera di Dio in mezzo agli uomini, per il bene degli uomini, per l’annuncio del Vangelo, per l’edificazione di un unico popolo in cammino.

 

 

 

 

            ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

 

*** La Parola si fa preghiera.

 

Al Padre      - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita.

Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

 

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

Fa che ascoltiamo, Signore, la tua voce.

 

 

 

 

Preghiera

Signore, siamo servi inutili.
Quante volte lo abbiamo detto tanto per dirlo!
Quante altre, invece, avremmo dovuto dirlo e non lo abbiamo fatto!
E se qualcuno ha provato ad aiutarci
con le parole o con il comportamento a farci sentire tali
ci siamo ribellati apertamente o semplicemente offesi
rinchiudendoci nel guscio della nostra soddisfazione
e prendendo le distanze.
Eppure queste sono le parole di una preghiera che,
pur sapendo poco di preghiera e senza chiedere nulla,
esprime a perfezione la nostra identità.
Sono parole che ci hai insegnato tu stesso,
invitandoci a pronunciarle con serenità e senza mezzi termini,
ma che fatichiamo a ripetere
quando si tratta di trovare la nostra giusta collocazione
 o ci affacciamo ad alta voce sul palcoscenico delle relazioni.
Anche davanti a te, purtroppo, abbiamo sempre tante rivendicazioni da fare
e ci presentiamo con il bagaglio del nostro io
che stenta a farsi scrivere con la lettera minuscola.
Signore, questa sera vagliamo dirlo dal profondo del nostro cuore:
siamo servi inutili. Ma tu aiutaci a non dimenticarlo! Amen.

 

 

 

 

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque   

 Compar sit laudatio. Amen.

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo, nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santo sacramento e fa’ che attinga da questa sorgente di ogni grazia frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore. T Amen.

 

 

***Dopo la benedizione:

 

Tutti: Dio sia benedetto…

 

*** Canto per la comunione.