Oasi Mariana Betania
--- Via Colle Pizzuto – Alvito (Fr)
SCUOLA
DI PREGHIERA –
6a domenica di Pasqua-
Anno C
…………………………
Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito
Adorazione - giovedì 10 maggio 2007
*** Canto di
esposizione e invocazione di adorazione ***
Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.
Tutti: II
Santissimo e Divinissimo Sacramento. gloria….
Sac: Maria, nella notte del Calvario
tu sei rimasta vigile sulla fede del
mondo
coltivando una speranza che tutti ci avrebbe
ben presto coinvolti.
Tutti: Il mistero della morte che si sarebbe spalancata a nuova vita
neppure tu lo conoscevi, ma la parola di
tuo Figlio,
coltivata con amore, meditata e conservata
nel cuore
nel corso degli anni nei quali lo hai
visto crescere a Nazaret
e poi, da discepola, nel tempo della
sua vita pubblica,
continuava a risuonare dentro di te
con quella forza che solo Dio può dare,
e solo chi lo ama veramente sa
accogliere
al punto che, anche nei momenti del
dolore più grande e del buio più pesto,
man mano la tua attesa si faceva più
viva
fino a quando, prima ancora che gli
angeli
lo annunciassero alle donne accorse al
sepolcro
e la notizia si diffondesse tra i
discepoli,
lui, Gesù, si
è presentato al tuo cuore di Madre
con il volto luminoso e sul corpo tutti
i segni di quell’amore
che lo avevano portato sulla Croce
ad accettare -e tu con lui- la volontà
del Padre
che in tal modo manifestava il suo
amore per l’umanità intera.
Ora, da figli, ti chiediamo
di accompagnare questo nostro incontro
di preghiera ai piedi di tuo Figlio
perché la gioia della Pasqua continui a
farsi spazio nella nostra vita
e la forza dello Spirito sceso su
quanti erano riuniti con te nel Cenacolo
ci pervada e ci riempia tutti per
renderci testimoni coraggiosi
del tuo Figlio risorto. Amen
*** Invocazione e canto allo
Spirito***
Guida: Gesù è
parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto:
“Beati
coloro che ascoltano
T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. (1 Sam 3, 10).
–
Il sacerdote legge
Lettura dal Vangelo di Giovanni:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate”.
T:“Lampada per i miei passi
è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal
119, 105)
*** Meditazione ***
1L – “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui...”
Tommaso d'Aquino diceva che «l'amore è passione di unirsi alla persona amata». Dio è amore, passione di unirsi all'umanità. Bellissimo questo venire di Dio, il suo nome è Colui-che-viene, colui che ama la vicinanza, che abbrevia instancabilmente le distanze e prende in me la sua dimora. In me il Misericordioso senza casa cerca casa. Forse non troverà mai una vera dimora: posso offrire solo un povero riparo, non ho virtù o meriti particolari, non ricchezze spirituali, ma una cosa sola lui mi domanda: essere un minimo frammento di cosmo ospitale verso l'avvento di Dio. Egli prende dimora dentro: ma se non pensi a lui, se non gli parli dentro, se non lo ascolti nel segreto, se non sosti dentro di te, nel silenzio, accanto a lui, forse la casa è vuota, non sei ancora dimora di Dio. Se non c'è rito nel cuore, se non c'è una liturgia nel cuore, tutte le nostre liturgie ecclesiastiche, anche le più imponenti, sono maschere del nulla, suonano vuote. Custodisci i riti del cuore.
2L - “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa...”
Lo Spirito dialoga con noi senza pausa. Consolatore è il suo nome, in greco: Paraclito, uno che sta vicino, che non ci lascia, che difende e sostiene; e non perché esorcizza solitudini, lacrime o fallimenti, guaritore delle mie paure di vivere, ma perché è il maestro della strada verso il tempio del cuore, verso la liturgia del cuore; perché ci salva da una vita senza cuore, da azioni e parole senza cuore. Perché è il sovvertitore di tutte le false paci, di quella quiete che è in realtà vita spenta. E soprattutto perché riporta al centro la Parola, che è la nuova dimora di Dio presso gli uomini. Così lo Spirito continua a nominare Cristo nel cuore, e nominare Cristo equivale a confortare la vita.
1L
E' diversa la sicurezza di un cuore che si sente nelle mani di Dio, è esperienza di serenità interiore che non ha paragoni con le labili anche se intense soddisfazioni mondane. San Paolo nel cap. VIII della Lettera ai Romani non finisce più di dire quanto sia attivo questo Spirito Santo in noi nel realizzare la nostra umanità più piena, conformandola a quella di Cristo, fino un giorno "a dare vita anche ai nostri corpi mortali" per risuscitarli come è avvenuto per Cristo. Cerchiamo Dio e la sua presenza tra noi. Ecco ciò che Dio ha fatto e inventato per rispondervi. Ma quanto ne sappiamo? Quanto ne viviamo? San Paolo ce lo richiama con forza:"Non sapete che voi siete tempio di Dio e che lo Spirito abita in voi?"(1Cor 3,16). Ascolto e docilità allo Spirito è l'autentica vita cristiana. Questo tempo di Pasqua ci prepara alla Pentecoste, ci parla dello Spirito, e della rinnovata effusione che avverrà per noi. Prepariamoci a quel Dono col sentirne tutta l'urgenza e il bisogno con cuore sincero.
2L - “Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi…”
Vivere nell’attesa del Signore per un cristiano significa vivere con allegria e sano entusiasmo. Benché siano molte le ragioni per cui si può perdere il coraggio, sono più grandi e definitive le ragioni per cui si può conservarlo ed incrementarlo: "Il Signore viene... Il Signore sta per venire, sta alla porta e chiama. Non tarderà". Vivere nell’attesa del Signore, significa aver presente che ciò che ci aiuta a discernere quel che conviene fare in ogni circostanza è l’amore. È il comandamento nuovo del Signore che ci invita a modellare tutta la nostra esistenza sulla base dell’amore per Dio e per i nostri fratelli. Vivere nell’attesa del Signore, significa confidare che, Colui che ha dato inizio all’opera buona in noi, la porterà a termine fino al giorno di Cristo Gesù. Possiamo e dobbiamo vivere con intensità, facendo tutto il bene che ci è possibile, senza perdere un solo istante della vita. Contiamo sull’aiuto di Dio, con la sua grazia, con la sua forza.
***Canto***
IV – La Parola si fa preghiera
Guida: “Ascolta Signore la mia voce” (Sal 26, 7).
Tutti: “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera” (Sal 130, 2).
Ritornello: Popoli tutti, lodate il Signore (da ripetere ad ogni preghiera).
***
Al Padre … - meta ultima della nostra vita.
Prova a trasformare quanto hai meditato in preghiera al Padre per dire la tua
disponibilità e ringraziarlo di averti chiamato alla vita. Proponi la tua
preghiera ad alta voce condividendola
coni i fratelli e sorelle.
***
1. In una notte oscura, con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!, uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.
2. Al buio e più sicura, per la segreta scala, travestita, oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata, stando la mia casa al sonno abbandonata.
3. Nella gioiosa notte, in segreto, senza esser veduta, senza veder cosa,
né altra luce o guida avea fuor quella che in cuor mi ardea.
4. E questa mi guidava, più sicura del sole a mezzogiorno,
là dove mi aspettava chi ben io conoscea,
in un luogo ove nessuno si vedea.
5. Notte che mi guidasti, oh, notte più dell’alba compiacente!
Oh, notte che riunisti l’Amato con l’amata,
amata nell’Amato trasformata!
6. Sul mio petto fiorito, che intatto sol per lui tenea serbato,
là si posò addormentato ed io lo accarezzavo,
e la chioma dei cedri ei ventilava.
7. La brezza d’alte cime, allor che i suoi capelli discioglievo,
con la sua mano leggera il collo mio feriva
e tutti i sensi mie in estasi rapiva.
8. Là giacqui, mi dimenticai, il volto sull’Amato reclinai,
tutto finì e posai, lasciando ogni pensier
tra i gigli perdersi obliato. (S. Giovanni della Croce)
*** Canto per
Tantum ergo Sacramentum
veneremur cernui
et antiqum documentum
novo cedat ritui:
prestaet fides supplementum
sensum defectui
Genitori Genitoque
laus et jubilatio
salus honor, virtus quoque
sit et bendedictio.
Procedenti ab utroque
Compar sit laudatio.Amen
Adoriamo dunque prostrati
un sì grande mistero
e l'antica legge ceda
al nuovo rito.
La fede offra soccorso
alla insufficienza dei sensi.
Al Padre e al Figlio
siano lode e giubilo,
salute, onore e potenza
e benedizione.
Uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)
che procede da entrambi. Amen
Sac: Preghiera (solo il sacerdote in piedi)
O Dio, che nel mistero eucaristico ci hai dato il pane vero disceso dal cielo, fa che viviamo sempre in te con la forza di questo cibo spirituale e nell’ultimo giorno risorgiamo gloriosi alla vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.T – Amen.
***Dopo la benedizione:
Tutti: Dio sia benedetto…
*** Canto per la comunione***