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calice

 

 

OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- Domenica delle Palme - Anno A

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - giovedì 13 marzo 2008

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                    Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.                  gloria….

 

Con Maria……..

 

Sac: La preghiera di questa sera ci apre già la mente e il cuore all’inizio della grande settimana per contemplare, con lo sguardo illuminato dalla fede, il grande mistero dell’Amore che si sta compiendo. Maria, che non ha perduto nessuno dei momenti del suo Figlio, può essere, come sempre, la nostra compagna di viaggio. A lei, dunque, affidiamoci per vivere questo momento di preghiera nella contemplazione del volto di Gesù e prepararci ad entrare con animo pronto nella settimana santa.

 

Tutti:

Il tuo volto, Signore Gesù,
è il volto del Dio dell’umiltà  che ci ama fino a spogliarsi,
fino a rendersi povero in mezzo a noi.
Il tuo volto è il volto del nostro dolore,
della nostra solitudine, della nostra angoscia,
della nostra morte che tu hai voluto assumere
perché non fossimo più soli e disperati.
Fa’ che impariamo
a riconoscere questa sconcertante rivelazione
della tua onnipotenza,
l’onnipotenza di chi ama fino a condividere la sofferenza,
fino a lasciarsi crocifiggere per nostro amore.
Insegnaci che cosa significa amare come tu ci ami,
per accettare in silenzio di partecipare
al tuo mistero di passione e morte
e gustare, con te e in te,
la gioia della vittoria piena e totale
sulla divisione, sul peccato e sulla morte.

 

 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

***Invocazione e canto allo Spirito

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica . (Mt 26,14-27,66)

 

 

ASCOLTA  LA  PAROLA

     ‡ In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?» . E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?» . Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli» . I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà» . Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?» . Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!» . Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?» . Gli rispose: «Tu l'hai detto» .
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo» . Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio» .
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea» .
E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai» . Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte» . E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò» . Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare» . E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me» . E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» . Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» . E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà» . E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina» .
Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!» . E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!» . E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!» . Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?» . In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti» . Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni» . Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?» . Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio» . «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo» .
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?» . E quelli risposero: «E' reo di morte!» . Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?» .
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!» . Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire» . Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno» . Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo» . Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!» . Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!» . E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte» . E uscito all'aperto, pianse amaramente.
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente» . Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!» . Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue» . E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
Perciò quel campo fu denominato "Campo di sanguè' fino al giorno d'oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» . Gesù rispose «Tu lo dici» . E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?» . Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?» . Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua» . Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?» . Quelli risposero: «Barabba!» . Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?» . Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!» . Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?» . Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!» . Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!» . E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli» . Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!» . E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei» . Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!» . Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!» . Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. La morte di Gesù.
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?» , che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» . Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia» . E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!» . E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!» .
C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E' risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!» . Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete» . Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

 

 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

1L

Sostare in ascolto e contemplazione davanti alla Passione di Nostro Signore è un dono ed il cuore si riempie, oltre che di angoscia di immensa gratitudine.
Nella domenica delle Palme la lunghissima lettura del Vangelo della Passione sembra avere anche questo significato: dinanzi agli avvenimenti centrali per la nostra fede, non ci possono essere altre parole se non quelle del Vangelo stesso. In questa domenica solitamente l’omelia sparisce o viene ridotta al minimo proprio perché quella storia  “parla da sola”, e il sentirla celebrare ci aiuta ogni volta a riportarne alla luce nuovi  particolari. 
Nel racconto di Matteo si focalizza l’attenzione su due momenti estremamente significativi molto legati l’uno all’altro; la preghiera di Gesù nell’orto degli Ulivi e il suo grido desolato sulla croce.
L’Evangelista descrive innanzitutto la passione interiore di Gesù. Schiacciato dall’angoscia e dalla disperazione, Gesù la confida al Padre nel suo dialogo solitario con Lui, mentre i discepoli dormono:
“ Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!....”. In questa meravigliosa preghiera Gesù  manifesta la consapevolezza del proprio rapporto filiale con Dio. Se Dio è suo Padre perché non dovrebbe sottrarlo dalla prova? Ma subito dopo scatta l’abbandono senza riserve, la fiducia: “Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.  Gesù chiede la liberazione, ma solo -e qui è la più grande lezione- se è compatibile con il Disegno del Padre: “Se è possibile.. se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà”. Quest’ultima espressione fa parte della preghiera del “Padre Nostro” che Gesù aveva insegnato ai discepoli e che ora Lui stesso vive sulla carne e nello Spirito.
Nella preghiera Gesù trova la forza per superare la tentazione, rimanendo fedele a Dio e accettando la Sua Passione; è nella preghiera che la Sua volontà abdica in favore di quella del Padre. In questo si rivela Figlio di Dio, a Lui perfettamente unito nell’Amore.
Anche a noi questa sera, ripercorrendo la memoria della Sua Passione Gesù chiede l’affidamento al Padre e la disposizione del cuore a ripetere in ogni circostanza, fosse pur la più drammatica “ Si compia la tua volontà.. ciò che Tu vuoi anch’io lo voglio..”

 

 

 

2L

Nell’orto degli Ulivi Gesù è irriconoscibile: Lui che comandava a mari e venti, che diceva a tutti di non temere, ora è in preda a tristezza ed angoscia. Come mai? E’ il “peccato del mondo” che Egli ha preso su di Sé e che pesa sul suo cuore come un macigno. “Schiacciato per la nostra iniquità”, aveva detto il profeta Isaia. Pascal ha detto: “Cristo è in agonia, nell’orto degli Ulivi, fino alla fine del mondo. Non bisogna lasciarlo solo”. E’ in agonia dovunque c’è un essere umano che lotta con la tristezza, la paura, l’angoscia, la disperazione,… la sofferenza: laddove non esiste via d’uscita. Più vicino a noi, è in  agonia nella cisterna dove i bambini Ciccio e Tore sono morti soli senza aiuto, nella strage di Erba, nel cuore di quella madre che a Sora ha perso due figli in un incidente; è in agonia in tutte le ingiustizie e nella sofferenza quotidiana di ogni malato.
Noi non possiamo far niente per Gesù agonizzante di allora, ma possiamo fare molto per il Gesù che agonizza oggi.

 

 

 

1L

Gesù nel Pretorio di Pilato è un  Gesù che piange. Ma non sa piangere su di Sé. È l’uomo a cui è stata tolta ogni libertà: sulle spalle un mantello pesante, i polsi legati con una corda rozza.
Pensiamo a tutti coloro che sono stati privati della libertà, in qualche buio androne di prigione.
Gesù sul Calvario grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Gesù vero Dio e vero uomo si sente abbandonato dagli uomini e da Dio. Ha preso su di sé tutti i mali del mondo e continua ad essere inchiodato sulla croce dal nostro peccato. Anche il Padre tace e sembra abbandonarlo. Gesù rivive il dramma dell’uomo giusto, di cui Dio sembra non ricordarsi nei momenti di dolore.
Gesù continua la Sua agonia nella storia della Chiesa, nell’umanità sofferente, nella storia di milioni di uomini provati nel corpo e nello spirito. In ciascuno di essi Gesù continua ad implorare la nostra attenzione, continua a ripetere per scuoterci dal sonno: “Restate qui e vegliate con me”… “non siete capaci di vegliare con me una sola ora?”.
Solo Matteo sottolinea il “ vegliate con me”. La vigilanza è intesa come comunione con Cristo, nella preghiera, come condivisione della sua stessa esperienza di vita.

 

 

                                                                                  

            ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

 

*** La Parola si fa preghiera.

 

Al Padre      - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita.

Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

 

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

Mio Dio, mio Dio, perchè mi hai abbandonato.

 

 

 

Preghiera

 

C’è stato tanto entusiasmo quel giorno attorno a te, Gesù.
È la gioia dei poveri che ti riconoscono come il Messia,
l’Inviato di Dio mite ed umile, che da tanto attendevano.
È la gioia di coloro che hanno visto i tuoi gesti
di guarigione e di misericordia, che hanno ascoltato le tue parole
di consolazione e di speranza e si rallegrano per i segni
compiuti in mezzo a loro.
È la gioia di quelli che camminano curvi sotto un carico pesante
di sofferenza e di fatica e scorgono in te il compagno,
disposto a condividere le pene, il profeta che denuncia le ingiustizie
e svela il volto autentico di Dio.
Tu accetti questo scoppio di gioia, anche se non ignori ciò che ti attende:
le trame dei potenti, le accuse costruite a tavolino,
la violenza che si scatena contro gli inermi e gli indifesi.
Ti attende la morte sulla croce, l’isolamento e l’angoscia,
ma sai che il Padre rimarrà sempre accanto a te
perché è il suo progetto d’amore che vuoi realizzare fino in fondo.

 

(ROBERTO LAURITA)

 

 

 

 

 

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque 

Compar sit laudatio. Amen.   

 

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

 

Concedi, o Dio Padre, ai tuoi fedeli di innalzare un canto di lode all’Agnello immolato per noi e nascosto in questo santo mistero, e fa’ che un giorno possiamo contemplarlo nello splendore della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

T –Amen.

 

 

***Dopo la benedizione:

 

Tutti: Dio sia benedetto…

 

*** Canto per la comunione.