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OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- III Domenica di Avvento - Anno A

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - giovedì 13 dicembre 2007

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                    Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.                  gloria….

 

Con Maria……..

 

Sac:

Davanti a Gesù Eucaristia, apriamo il nostro cuore davanti alla Parola perché come in Maria lo Spirito possa farla attecchire e fruttificare in noi come grembo accogliente.

 

Tutti: Il mistero dell’attesa, o Gesù,
è il sentimento più vivo che portiamo nel cuore
e il miracolo più bello della nostra vita.
Soprattutto quando esso è sostenuto dalla tua Parola
e dalla potenza d’ amore del tuo Santo Spirito
che nutre la nostra speranza e l’ accompagna con la consolazione.
Alla voce che grida nel deserto, e chiede spazio ai cuori
perché accolgano la Parola che vuole incarnarsi nella vita di ciascuno
come avvenne in Maria tua e nostra madre,
desideriamo rispondere con la invocazione della Chiesa
che insieme con lo Spirito ti dice: “Vieni”.
“Vieni Gesù”, ti diciamo in questo tempo di grazia,
vieni a portare in noi e nel mondo la pace, la consolazione la gioia.
Vieni con la tua parola di vita e di luce a vincere le tenebre e la morte.
Vieni e porta il tuo ristoro ai cuori inquieti,
la speranza ai disperati, la consolazione agli afflitti,
la felicità agli infelici, la bontà e la misericordia a tutti.
Vieni e donaci lo Spirito
perché sappiamo riconoscerti e godere della gioia della tua presenza
e vivere alla luce della tua Parola, come Maria.
Amen

 

 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

***Invocazione e canto allo Spirito

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica . (Mt 11,2-11)

 

 

Lettura dal Vangelo di Matteo :

IIn quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose Loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano. Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via". In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 

 

 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

1L – -…Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? (Mt 11,3)

La domanda sconcertata del Battista: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Mt 11,3) è ancora oggi possibile. “Colui che deve venire” per i connazionali di Gesù e per i nostri contemporanei può ancora assumere aspetti e forme ben lontane dalla sua autentica realtà. Eppure Cristo può essere incontrato e definito solo in una dimensione: è la liberazione dei poveri, l’evangelizzazione dei semplici, è la trasformazione dell’ umanità malata, emarginata e sofferente, la verifica che ci permette di toccare con mano (come Tommaso) che il Messia è venuto ed è in mezzo a noi. Gesù, rispondendo al Battista e ai suoi inviati, richiama esplicitamente un passo di Isaia (cc 34-35) che canta il gioioso ritorno di Israele dall’esilio babilonese. I vocaboli della felicità si accalcano sulle labbra del profeta: “Gioite, si rallegri, fiorisce, siate forti, non temete, venite a Sion con canti, con gioia indistruttibile sul volto, gioia e letizia giungono.” (Is 35)
I corpi deboli, mutilati e doloranti sono attraversati dalla trasformazione radicale della speranza. E’ la nuova vita che il Cristo offre al suo popolo di “piccoli”. Il regno dei cieli è, quindi, un nuovo modo di vivere e di leggere la realtà in cui i “primi” sono proprio gli “ultimi”. Quando Gesù ha voluto descrivere il suo regno, ha pensato subito al seme della senape, “il più piccolo” dei granelli che si seminano (Mt 13,32), ma capace di generare l’albero splendido e grandioso sul quale si posano gli uccelli del cielo.
La trasformazione del corpo, cioè dell’ intero essere umano, è posta al centro della risposta che il Cristo offre ai discepoli del Battista. Col suo ingresso nel mondo certamente molti malati sono stati guariti dai suoi miracoli ma soprattutto molti ciechi nello spirito, molti storpi nell’inerzia, molti lebbrosi nell’isolamento, molti sordi chiusi in se stessi, molti morti alla speranza sono stati liberati e salvati. Ed è proprio con questo popolo di sofferenti, di poveri e di piccoli, spesso emarginati dalla società, che Cristo costituisce la sua nuova comunità a cui annunzia “la buona novella” del Regno e dell’amore di Dio. La Chiesa è affollata di questi ultimi che sono i primi agli occhi di Dio e ad essi deve dedicare tutto il suo impegno e la sua fraternità. Proprio come il Cristo che per portarli a sé è sceso fino alla loro miseria: “spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo, umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte di croce”. (Fil 2,7-8)

 

 

 

2L…Beato chi non si scandalizza di me. (Mt 11,6)

Nel vangelo di questa liturgia Gesù riserva persino una beatitudine a “chi non si scandalizza di lui” e del suo stile di vita e di scelta. (Mt 11,6).

Scandalo è un vocabolo di origine greca che indica letteralmente la pietra d’ inciampo, l’ostacolo che è stato preparato per far crollare una persona. Anche Gesù “scandalizza” i suoi concittadini a causa delle sue modeste origini (Mt 13,57), “scandalizza” i farisei con le sue parole (Mt 15,12), “scandalizza” appunto i discepoli del Battista con le sue opere, “scandalizza” anche i suoi discepoli con la sua morte miserabile (Mt 26,31); la sua persona è “posta per la rovina di molti, segno di contraddizione”, come disse Simeone nel suo oracolo (Lc 2,34). Paolo in modo lapidario scriverà ai Corinzi che “il Cristo crocifisso è scandalo per i giudei” (I Cor 1,23). Il mistero di questo Messia che viene al mondo con  una nascita così squallida, accanto a figure dell’ultimo gradino della scala sociale, bisogna accoglierla con l’intuizione tipica del “profeta”. Infatti “l’udire e vedere” che Gesù ricorda ai discepoli del Battista evoca la capacità di lettura profonda della realtà caratteristica dei profeti che sotto la superficie delle cose, sapevano intuire l’agire profondo e misterioso salvifico di Dio. Dobbiamo anche noi ritrovare la forza “scandalosa” del Cristianesimo contro certi ammorbidimenti, certi compromessi o riduzioni. Bisogna tornare alla purezza esplosiva del Vangelo, dobbiamo tornare ad essere sale e non miele, dobbiamo “scandalizzare” i benpensanti per il nostro impegno viscerale per i malati e  i sofferenti, i poveri e gli emarginati, anche quelli “scandalosi” come i malati di aids o i drogati. Nello scandalo, però, c’ è anche un terribile aspetto negativo. La Bibbia è attenta a segnalare tutta una lista attualissima di scandali che pervadono la storia e la inquinano.
C’ è innanzi tutto la pietra di inciampo degli idoli: “servirono i loro idoli e questi furono per loro una pietra di inciampo” (salmo 106 v. 36). Oggi le idolatrie del potere, del denaro, della violenza, del sesso, della tecnologia e dell’ economia fini a se stesse celebrano i loro riti in ogni angolo del mondo, sorde ai lamenti dei poveri, degli oppressi e degli umili, continuano a far “cadere” ai loro piedi stuoli di loro fedeli-vittime.
C’è però un altro tipo di scandalo, quello che nasce dal cattivo esempio dei credenti, persino degli uomini di Chiesa, come ammoniscono i profeti: “I leviti stessi sono stati causa d’inciampo nel peccato per la gente d’ Israele…. Si sono allontanati dalla retta via e sono stati d’inciampo a molti con il loro insegnamento” (Ez 44,2; Ml 2,8). Anche l’apostolo, come è accaduto a Pietro, può diventare pietra d’inciampo quando “ragiona secondo gli uomini e non secondo Dio” (Mt 16,23).
Lo stile messianico di Gesù che proclama il vangelo del Regno ai poveri, che si preoccupa di malati ed emarginati, delude le illusioni dei discepoli del Battista di tutti i tempi che sognano un messia apocalittico e “imperatore”, posto a capo delle armate imperiali dell’Israele giusto ed eletto. Questa crisi di fede, investe anche il cristiano quando si scontra con l’esperienza del messia perdente ed umiliato, anche nella sua storia presente. Ogni domenica, ascoltando ed accogliendo il Vangelo di Cristo, il credente vince lo scandalo del mondo che fa cadere nella polvere e accoglie in pienezza lo scandalo della croce che purifica ed eleva.

 

 

 

            ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

 

 

*** La Parola si fa preghiera.

 

Al Padre      - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita.

Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

 

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

Vieni, Signore, a salvarci.

 

 

 

 

Preghiera

 

Il tuo modo di entrare nel mondo, o Gesù,
ha disorientato lo stesso Giovanni, tuo precursore,
che dal carcere ha bisogno di mandarti ad interrogare
per assicurarsi che fossi proprio tu  il Messia del quale lui era venuto a preparare la strada.
La tua risposta, fatta non di parole ma di azioni concrete,
non lascia dubbi a colui che proprio questo era venuto ad annunciare:
la salvezza e la liberazione fisica e spirituale.
Ricordarlo qui davanti alla tua presenza eucaristica non può lasciare dubbi neppure a noi,
nonostante che tante volte forse ci ritroviamo dentro
un calo di speranza e un’attesa stentata
per non avvertirti costantemente al nostro fianco
e non sentirci completamente esauditi nelle nostre richieste.
Questa sera, Gesù,
mentre ci disponiamo a fare del nostro cuore un presepe per accoglierti,
vogliamo godere della tua presenza e rinnovare la nostra certezza.
Noi crediamo che tu sei colui che è venuto, viene e verrà.
Tu sei colui che viene in ciascuno di noi per ridare luce ai nostri occhi,
raddrizzare i nostri piedi che camminano per vie non buone,
aprire le nostre orecchie chiuse e mettere nei nostri cuori quella pace e quella gioia
che solo tu puoi dare, perché è frutto di un amore che non consoce limiti.
È questa, o Gesù, la buona notizia che attendiamo
e che, con l’aiuto della Mamma tua, desideriamo coltivare gelosamente nei nostri cuori.
Amen.

 

 

 

 

 

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque 

Compar sit laudatio. Amen.   

 

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

 

Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adoriamo in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù, presente in questo santo sacramento. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T –Amen.

 

 

***Dopo la benedizione:

 

Tutti: Dio sia benedetto…

 

*** Canto per la comunione.