3° domenica di Avvento – giovedì 14 dicembre 2006

Con Maria, nostra Madre


Sac: In questo tempo di attesa ci prepariamo al giorno anniversario della nascita del Cristo. Che il Signore venga a visitarci nel nostro intimo e trovi il nostro cuore aperto e pronto ad accoglierlo, come quello di Maria.

Tutti: Guardiamo a te, Signore Gesù, colui che Giovanni chiama «più forte»: tu lo sei perché rendi presente e operante la potenza di Dio Padre, per la nostra salvezza; lo sei anche perché sai vincere ogni nostra debolezza, ogni resistenza; lo sei perché ci custodisci dal male e dai pace al nostro cuore. Guardiamo a te, Signore Gesù, che battezzi nello Spirito Santo: tu ci immergi nella vita stessa di Dio, comunichi a noi lo Spirito che abita in te, lo Spirito che dà come frutto la carità, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé.
Guardiamo a te, Signore Gesù, che vieni a giudicare il mondo. Agisci ancora oggi con il “fuoco”: facci conoscere la santità di Dio, il suo amore esigente che ci purifica e che è insostenibile per noi che abbiamo la fragilità della paglia. Mentre, dispersi tra la folla del Giordano, riconosciamo il nostro peccato e le nostre leggerezze, accostati ancora tu a noi e donaci la forza per tornare a Dio. Guardiamo a te, Signore Gesù: mentre noi cerchiamo la gioia altrove, ti avvicini e ci ripeti: «Il tuo Dio gioisce ed esulta per te».
Tutti: Madre di Gesù guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

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Per Gesù, Parola del Padre

 

Testo evangelico:


Lettura dal Vangelo di Luca (Lc 3,10-18) :


In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”.
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

 


1L – In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”


Più s'avvicina il Natale, più un cuore attento alla visita di Dio ne coglie la grandezza e vibra in una attesa che pregusta il dono di salvezza.
L'attesa si traduce in preparazione, in voglia concreta di aprirsi al Salvatore e di corrispondervi. Nasce spontanea la domanda: "Che cosa dobbiamo fare?”. E' Giovanni Battista a guidarci in questa attesa, così come lui ha preparato le folle ad accogliere il Messia sulle rive del Giordano. Giovanni aveva proclamato: "Preparate la via del Signore", ed ecco spuntare tra la folla gente sempre più numerosa che vuole fare qualcosa per cambiare vita: "Che cosa dobbiamo fare?". Anzi - sorprendentemente - vengono avanti due categorie di persone che a giudizio comune erano i più inconvertibili e i più odiati: gli esattori delle tasse e la truppa militare poliziesca dell'occupante romano. A tutti è data la possibilità di convertirsi. La risposta del Battista è chiara e concreta: nessuna professione esclude dalla salvezza. Non si tratta di cambiare mestiere, ma il modo di esercitarlo.

 


2L – "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto".

L'invito di Giovanni è anzitutto a compiere opere buone, a vivere la carità, "che copre molti peccati"(1Pt 4,8). Le opere di bene, fatte con cuore sincero e generoso, sono la premessa migliore per giungere alla fede, la forma di preparazione più efficace per giungere alla conversione. Appunto perché convertirsi è distaccarsi dalle cose per attaccarsi a Dio. Racconta sempre Luca: “Quando Zaccheo si convertì diede la metà dei suoi beni ai poveri e restituì quattro volte tanto a chi ne era stato defraudato” (Lc 19,1-10). Non è che questo primo passo della conversione convenga un po anche a noi? Se non altro è il segno che abbiamo superato la soglia delle velleità, per intraprendere passi concreti e verificabili. La conversione, poi, deve penetrare nella vita quotidiana, nelle pieghe del proprio stato di vita e condizione sociale. Perché alla fine è lì che si gioca, ogni giorno, la nostra fedeltà o meno al vangelo. La conversione è ritornare al Signore e volgere interamente a Lui il proprio cuore e ciò deve avvenire in modo molto concreto.

 


1L – “Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo…”

Giovanni ora risponde proprio a questo: c'è un Salvatore, è qui il Messia atteso:"Viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali". Con intuizione profetica Giovanni ha letto nel cuore dell'uomo un bisogno ben più grande della giustizia e della solidarietà, il bisogno di Dio, e a tale bisogno ora indirizza il cuore di quella gente. Il suo battesimo d'acqua era segno soggettivo della conversione umana; il battesimo invece che darà Gesù sarà "in Spirito Santo e fuoco". Sarà opera di Dio, sarà l'essere immersi nella iniziativa salvifica di Dio che purifica col fuoco e ci immette nell’intimità divina, dando appunto lo Spirito Santo.

 

2L –“Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia…”

L'opera di Dio ha come risultato un giudizio, il fare chiarezza tra bene e male. Non è tutto indifferente, non è tutto ineluttabile o a caso, non è tutto soggettivo in questo mondo. Bene e male sono qualcosa di preciso, un metro di misurazione c'è, e gli sbocchi sono diversi: il granaio di Dio o il fuoco inestinguibile. E' troppo necessario anche oggi avere punti precisi di riferimento. Dio si è impegnato in nostro favore e ci salva: La gioia alla quale siamo chiamati consiste nel sintonizzare il nostro cuore sulla gioia del Signore, attingere dal suo cuore un po' di quella gioia. Antidoto contro il male è la presenza del Signore. L'avvento, scuola di gioia, ce lo ricorda. Ripetiamocelo spesso in questa settimana, diciamocelo in mezzo alle stanchezze, alle ansie, alle paure: "Alleluia! Viene in mezzo a noi il Dio della gioia”.

 

 

Silenzio e interiorizzazione

Al Padre, meta ultima della nostra vita.

È il momento di far risuonare dentro di noi la parola del colloquio con la Trinità. Cerca nel testo sacro ascoltato una piccola parola divina da meditare e custodire nel cuore, sull’esempio di Maria di Nazareth.

 

 

 

La Parola si fa preghiera

Guida: “Ascolta Signore la mia voce”. (Sal 26, 7).
Tutti: “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera”. (Sal 130, 2).

Preghiera spontanea (brevi preghiere di dialogo e di adorazione, di lode e di ringraziamento, di richiesta di perdono, di intercessione).

Ritornello:Alleluia : viene in mezzo a noi il Dio della gioia.. (da ripetere ad ogni preghiera)

 

 

 

Contemplazione finale

Ecco, anche noi oggi formuliamo la stessa domanda che hanno posto a Giovanni: Che cosa dobbiamo fare? E probabilmente ci attendiamo un elenco di cose impossibili, di scalate da sesto grado superiore…
No, le strade del Regno non hanno niente a che fare con imprese eroiche, interdette ai più. Sono sentieri di fraternità e di condivisione: tu ci chiedi di spezzare il nostro pane, di aprire la nostra casa, di offrire accoglienza e aiuto. Sono sentieri di giustizia e di onestà: tu ci inviti a svolgere il nostro lavoro con operosità e competenza, a non lasciarci dominare dalla voglia di arricchirci a qualsiasi costo e in qualsiasi modo, tu ci dissuadi dall’imbroglio, dall’approfittare delle debolezze altrui. Le strade del Regno sono sentieri di pace e di mitezza: tu ci domandi di non cedere alla ritorsione e alla vendetta, al rancore e alla cattiveria.
Guidaci, Signore, per questi sentieri e allora la tua buona Novella trasfigurerà la nostra vita. Amen.

Canto per la Benedizione eucaristica: Tantum ergo
Sac: Preghiera (solo il sacerdote in piedi)

Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perchè adoriamo
in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù,
presente in questo santo sacramento.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T –Amen.


Dopo la benedizione:
Tutti: Dio sia benedetto…

Canto per la comunione.