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calice

 

 

OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- XXV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - Giovedì 20 settembre 2007

 

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                                Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.

 

                

Con Maria……..

 

Sac: Apriamo il nostro cuore davanti a Gesù Eucaristia, così come Maria lo apriva all’azione dello Spirito e diciamo:

Tutti:

Come Maria, o Gesù, la tua e nostra Mamma celeste,

abbiamo il dono di portarti in noi,

dopo averti ricevuto nell’Eucaristia

e dopo esserci nutriti della tua Parola viva e trasformante

per l’azione del tuo Santo Spirito.

Davanti a te, in questo momento,

vogliamo non soltanto confermare questa nostra fede,

ma affidarci a lei, e lasciarci condurre per mano,

perché ci guidi dentro il mistero della tua Parola e del tuo Amore.

Invia il tuo Spirito su di noi

perché la Parola che ascoltiamo,

accolta, meditata e custodita nel più intimo di noi stessi

porti frutto secondo il desiderio di ciascuno

e soprattutto, in conformità alla volontà del Padre,

diventi liberante da ogni nostra pigrizia ed egoismo,

tenga lontano ogni malvagità,

ci sostenga nelle difficoltà e nelle tribolazioni,

ci aiuti a combattere e a superare la tentazione

e ci guidi passo passo in ogni istante della nostra vita

fino al giorno in cui, nel compimento beato della nostra speranza,

possiamo sperimentare e godere la verità piena della tua promessa. Amen 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

 

 

***Invocazione e canto allo Spirito

 

 

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

 

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica (Lc 16, 1-13).

.

 

 

Lettura dal Vangelo di Luca :

 

Diceva anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò
quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».


 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 

 

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

 

1L

-“C’era un uomo ricco che aveva un amministratore”
La parabola dell’amministratore infedele narrata da Luca ci lascia in un primo momento un po’ sconcertati; sembra infatti che Gesù voglia lodare la disonestà di quell’uomo che è stato molto scaltro nel condurre i propri interessi a discapito del suo padrone. Così l’amministratore infedele si identifica con quanti pensano ad “oggi usare le proprie cose”, a moltiplicare i propri capitali ed eredità con astuzia anche a danno del fratello. È certo che questo tipo di scaltrezza, anche se potrebbe essere invidiata perché indice di intelligenza, intraprendenza e quindi successo, sia da condannare in quanto segno di chiusura di cuore ed ottusità. Essa ha il limite di non saper guardare oltre  il momento di dover rendere conto del proprio operato e rispondere ad una domanda.”Quanto mi hai AMATO?”

                                                                                          

 

2L

-……”I figli di questo mondo, sono verso i loro pari più scaltri dei figli della luce”
E’ chiaro dunque che Gesù lodando l’amministratore infedele, voglia elogiare non  la disonestà , ma solo una certa forma di scaltrezza, perché anche il discepolo di Cristo deve essere intraprendente, scaltro, intelligente e astuto nel realizzare il Regno di Dio. Spesso siamo portati a pensare che tale qualità appartengano solo a “figli di questo mondo” come se colui che segue Gesù debba essere un ingenuo ed uno sprovveduto. Invece la scaltrezza potrebbe divenire una virtù da coltivare con attenzione investendo per il Regno di Dio le stesse energie, lo stesso tempo , lo stesso entusiasmo che usiamo per le “Cose del mondo”. Forse sono proprio queste qualità che alle volte mancano alle nostre comunità così stanche, senza entusiasmo e gioia pensando che basti poggiare la propria fede sulla  devozione, con il cuore chiuso alla conversione, al dialogo, al bisogno di condividere ciò che si possiede  perché tutto ci è stato donato. Il vero discepolo di Cristo sa  che il padrone dell’umanità è Dio, e per diventare figlio della luce si adopera ogni giorno in tanti modi  purchè il suo cuore si apra ad una conversione che porterà ad essere libero e non  schiavo del mondo.

 

1L

….”non potete servire Dio e mammona”
Mammona è un idolo ed ha i suoi comandamenti, il suo culto, promette una beatitudine che non è eterna, ma quante volte l’uomo si lascia soggiogare dal suo potere rimanendone intrappolato!
Quanti volti hanno gli idoli a cui si cede togliendoci la dignità di figlio di Dio e negandoci quella libertà vera che il nostro Dio vuole elargire a tutti gli uomini! E il nostro compito, ci esorta Gesù, è proprio quello di testimoniare che si può servire Dio  non  il denaro, le ricchezze o il potere, amministrando beni materiali senza perdere quelli eterni, incarnando la Parola di Dio ,nel lavoro qualunque esso sia, nell’impegno politico e civile, nella cultura ,nell’imprese.



 

 

2L- LA DISONESTA’ E L’INGIUSTIZIA

   
L’amministratore è detto disonesto e ingiusto. La disonestà è una caratteristica che può intaccare l’essere nelle cose grandi, nel molto, ma anche in quelle minime, nel poco: L’ingiustizia è una cattiva distribuzione, non equa, non equilibrata, in essa manca l’armonia, crea frattura, ferite, dolori su dolori, accumuli da una parte e manchevolezze dall’altro. Tutti noi veniamo a contatto, in diverse misure, con la realtà dell’ingiustizia, perché appartiene a questo mondo. Ci sentiamo trascinati, sballottati da una parte o dall’altra, perdiamo l’armonia, l’orientamento, l’equilibrio, la bellezza; è così, è inutile negarlo. Questa parte del Vangelo condanna proprio questa disarmonia così marcata, che è l’accumulo, il mettere da parte, l’aumentare sempre più il possesso e ci indica la via della guarigione che è il condividere, il donare, il dar via con cuore. Gesù fa comprendere che anche la ricchezza disonesta o ingiusta, che è quella di questo mondo, se utilizzata per il bene del mondo, conduce alla salvezza. Egli spiega, anche, che i beni di questo mondo non vanno demonizzati, ma vanno capiti per il valore che hanno. Sono detti “minimi” della nostra vita, ma noi siamo chiamati ad amministrarli con fedeltà e attenzione, perché sono um mezzo per entrare in comunione con i fratelli e quindi con il Padre. C’è un unico e solo fine della nostra vita ed è Dio: cercare e servire qualche altra realtà significa diventare schiavi, legarci all’inganno e morire già adesso.

 

 

        ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

     

 

 

*** La Parola si fa preghiera.

 

 

Al Padre       - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita. Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

 

 

Lo sguardo del Signore è sopra il povero.

 

 

 

Preghiera

Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d'amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.
Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare
e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere,
liberami da me stesso.
Signore, quando mi sono convinto di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.
E, Signore,
quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo,
fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.

(Madre Teresa di Calcutta)

 

 

               

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque   

 Compar sit laudatio. Amen.

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

O Dio, che in questo sacramento della nostra redenzione ci comunichi la dolcezza del tuo amore, ravviva in noi l’ardente desiderio di partecipare al convito eterno del tuo regno.

 

Per Cristo nostro Signore. T –Amen.

 

 

 

***Dopo la benedizione:

Tutti: Dio sia benedetto…….

                                                                                                *** Canto per la comunione.