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calice

 

 

OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- 3a Domenica di quaresima - Anno A

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - giovedì 21 febbraio 2008

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                    Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.                  gloria….

 

Con Maria……..

 

Sac: Il tempo della Quaresima e il dono che riceviamo in questo periodo particolare dell’anno liturgico ci chiedono di aprire il nostro cuore all’amore di Dio che ha il potere di trasformare la nostra vita e renderla, come quella di Maria, disponibile ai suoi progetti di amore. A lei, dunque, affidiamoci per lasciarci condurre come figli amati e prediletti.

Tutti:

In questo santo tempo che è il periodo quaresimale, o Maria,
sentiamo ancora più forte la responsabilità
di far fruttificare nel nostro cuore la parola di Dio
lasciando scorrere su di essa i nostri pensieri,
le nostre azioni e tutta la nostra vita.
Accolto e vissuto come tempo di grazia,
questo periodo può diventare per noi un “tempo forte”
di crescita spirituale, di speranza e di comunione viva con Te, o Gesù,
che sei venuto tra noi per portarci la salvezza
e lo hai fatto percorrendo tu stesso un itinerario di crescita spirituale
che ti ha portato a conformare pienamente la tua volontà
a quella del Padre celeste.
Guardando Gesù e cercando l’aiuto e la protezione di Maria, nostra madre,
vogliamo vivere questo periodo
nutrendoci di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
e incamminandoci verso l’attuazione di quella speranza e carità
che il Papa ci ha ci ha raccomandato anche nella sua forma di elemosina
come espressione concreta di quella carità
che “educa alla generosità dell’amore e copre una moltitudine di peccati”.
Gesù, Parola del Dio vivente,
riempi i nostri cuori della tua sapienza e del tuo amore. Amen

 

 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

***Invocazione e canto allo Spirito

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica . (Giovanni 4, 5-42)

 

 

ASCOLTA  LA  PAROLA

    

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.  Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».  Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai  avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».  Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcun gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
      Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del
mondo».

 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

1L Gesù stanco chiede alla Samaritana “Dammi da bere” (Gv 4,1-7)

Al pozzo due persone stanche s’incontrano: quella di Gesù per aver attraversato una regione impervia e quella della donna che ha bisogno di acqua. La stanchezza di Gesù ci aiuta a cogliere pienamente la sua natura umana, ma anche la sua sapiente pedagogia del mostrarsi vulnerabile e del tutto umano per mettersi sullo stesso piano della Samaritana e aiutarla a percorrere un itinerario verso la profondità del cuore alla ricerca della verità di se stessa. Carente Gesù, ma carente anche la Samaritana che deve venire ad attingere continuamente al pozzo per dissetarsi, ma forse molto più stanca nella sua ricerca di qualcosa o qualcuno che le riempia la vita… Si trovano al pozzo, ognuno con la propria storia alle spalle, con un cammino già fatto, con desideri e bisogni che premono, con scoperte già acquisite e interrogativi che affiorano…
Non si parte mai dal nulla  nella ricerca della verità di se stessi e del progetto di Dio. E’ importante allora ogni tanto fare il punto della propria ricerca: dove mi trovo ora? Di cosa ha sete il mio cuore? Quali sono i miei desideri più profondi?
La Samaritana è una persona umana come noi, impegnata nella ricerca della verità di se stessa e finora ha speso molte energie nel tentativo di scoprire la felicità. Tante energie che non sono andate a buon fine. Non è felice. Ha bisogno di Gesù che l’aiuti a guardarsi dentro. Gesù è venuto in mezzo agli uomini e alle donne proprio per questo, per insegnare a trovare la verità di sé e la felicità. Smarriti, indecisi o presuntuosi che siamo non riusciamo da soli a fare nostro il progetto di Dio. Gesù allora si è fatto carne per istruirci, per essere la nostra via verità e vita, il nostro maestro e pastore nel viaggio non facile dell’esistenza terrena. Prende l’iniziativa di chiedere l’acqua, facendosi viandante stanco e assetato perché vuole dissetarci con l’abbondanza del suo amore. Nessuno meglio di Gesù in quanto figlio del Padre può condurci alla verità di noi stessi, alla nostra più profonda e originale identità di figli amati da sempre e per sempre dal Padre. Possiamo chiederci: come e quando Gesù si accosta alla nostra ricerca già in atto? Quale “linguaggio” usa e che cosa ci chiede? Lo sappiamo riconoscere?

 

 

 

2L- Gesù accompagna la Samaritana alla verità di sé e le si rivela come l’acqua viva (Gv 4,8-26)

Gesù rompe ogni pregiudizio e barriera di cultura e razza e si presenta alla donna come colui che la può dissetare definitivamente. Prima però la conduce attraverso un itinerario pedagogico con tappe di sempre maggiore consapevolezza della propria condizione di miseria affettiva. Gesù aiuta la donna con la domanda sul marito a conoscersi nella propria dispersione e distanza dal vero amore. L’aiuta a fare verità sulle sicurezze e tentazioni che si era costruita attorno, ma che non la ripagavano. Attraverso questo interessante dialogo Gesù ci insegna che per fare verità in noi stessi abbiamo bisogno di un incontro diretto con il Maestro divino, che la nostra ricerca del progetto per il futuro necessita primariamente della preghiera intesa come ascolto e dialogo col Signore, cioè di un rapporto fatto di attesa, confidenza, fedeltà e perseveranza. Gesù si rivela alla donna come Messia solo dopo che la donna ha conosciuto e accettato la propria condizione di creatura dispersa e vulnerabile. Anche noi possiamo riconoscere il bisogno di salvezza e di acqua viva dalla sorgente zampillante solo dopo che ci siamo riconosciuti e accettati nella nostra insicurezza e fragilità. Senza accettazione della nostra condizione, cioè senza verità su di noi saremo sempre alle prese con delle maschere difensive, con una serie di “mariti” che non ci appagano. La gioia, la pace, l’acqua viva non ce le possiamo dare da soli: la dobbiamo invocare da Colui che è la fonte viva, la sorgente zampillante. La dobbiamo chiedere dall’alto, da fuori di noi. Gesù ha sempre molta pazienza e comprende bene i nostri tentativi di voler fare da soli, di impostare una ricerca della felicità a partire dalla nostra presunzione ed è per questo che ci circonda di riferimenti, di segnali (la Parola,  i sacramenti, le testimonianze…) perché non ci smarriamo ma piuttosto sappiamo incamminarci sulla strada giusta dell’amore e del dono di noi stessi. Ecco il punto: se finora la Samaritana ha cercato una realizzazione umana a partire da se stessa, dalla prospettiva del proprio corpo, ora con Gesù le si apre la prospettiva di un diverso, nuovo modo di amare e di relazionarsi, un modo nuovo di guardare a se stessa e di prendere la vita. Lei si viene a riconoscere figlia di Dio, amata dal Creatore e quindi resa capace di donarsi nell’annuncio-testimonianza della venuta del Messia. Non più una vita egoistica, spesa per se stessa, ma una vita aperta al dono verso gli altri.                                                                                                                                             

 

 

 

 1L- La Samaritana diventa annunciatrice e testimone dell’amore (Gv 4,27-42)

Quando nella nostra ricerca scopriamo la Verità,  tutto il resto passa in secondo piano. Così avviene alla Samaritana: abbandona la brocca, dimentica di attingere acqua e diventa annunciatrice della venuta del Messia. L’incontro vero, profondo con Gesù ti cambia la vita, ti mette un fuoco dentro, una carica di amore che non puoi contenere e del quale vuoi contagiare tutti. Saltano allora i condizionamenti, le varie maschere e forme di difesa che ci siamo costruiti e diventiamo liberi di appartenere all’unico Signore della nostra vita e della nostra storia. Quale sarà stato il progetto futuro di quella donna e cosa avrà fatto da allora in avanti non importa: l’essenziale è che abbia incontrato l’Amore. La sua trasformazione interiore è radicale: quell’incontro con Gesù segnerà una svolta nella sua vita per cui lei non sarà più come prima. Il tesoro di acqua viva che le si è rivelato la rende capace, lei che si riteneva una poco di buono…, di aiutare altri a cercare, a farsi le domande giuste e a trovare le risposte in Cristo. Ognuno di noi come la Samaritana è chiamato a fare esperienza personale dell’incontro con Gesù, di quella relazione centrale cioè che cambia e trasforma per sempre la vita e a farci suoi imitatori. Gesù sostiene inoltre che suo cibo è fare la volontà del Padre: in questa espressione Gesù diventa per noi via verità e vita in quanto ci mostra che lungo il nostro quotidiano dobbiamo imparare a scegliere e a discernere restando sempre in sintonia con i desideri del Padre…

 

 

 

            ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

    Alcuni spunti per aiutarci nella meditazione e nella orazione.

-Quali sono le sicurezze a cui ti sei attaccato?
-Cosa pensi del tuo attuale modo di amare?
-Conosci e accetti le tue fragilità? Cosa ti offre Gesù?
-Senti che il Signore ti ama oltre ogni tuo limite?
-Dio desidera che tu ti realizzi,con la consapevolezza di poter amare con autenticità
e lasciarti amare con gratuità. E tu, cosa desideri?

*** La Parola si fa preghiera.

 

Al Padre      - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita.

Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

 

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

Fa che ascoltiamo, Signore, la tua voce.

 

 

 

 

 

Preghiera

 

So che cos’è la sete, Gesù, conosco l’arsura che divora
quando la borraccia è vuota e la gola secca
reclama un sorso d’acqua fresca, quando la polvere s’attacca ostinata
alla mia pelle abbrustolita.
Ma conosco ancor di più il bisogno tenace che abita
le profondità dell’anima, quando da troppo tempo ormai
cammino in lande desolate e attraverso deserti senza fine.
È allora che, con tutte le mie forze, anelo a quella sorgente
che colma ogni mio desiderio e soddisfa ogni attesa.
No, non mi può bastare l’acqua delle pozzanghere e degli stagni,
rimedio temporaneo e rischioso per la mia debolezza cronica.
Io cerco te, Signore Gesù, perché solo tu mi puoi donare
l’acqua viva che estingue la mia sete senza tregua,
l’acqua che deterge e purifica da ogni peccato e da ogni sozzura,
l’acqua che risana e guarisce da ogni malattia e infermità,
l’acqua che zampilla e percorre ogni anfratto della mia esistenza,
portando dovunque una vitalità e una forza straordinarie.

 

(ROBERTO LAURITA)

 

 

 

 

 

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque 

Compar sit laudatio. Amen.   

 

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

 

Concedi, o Dio Padre, ai tuoi fedeli di innalzare un canto di lode all’Agnello immolato per noi e nascosto in questo santo mistero, e fa’ che un giorno possiamo contemplarlo nello splendore della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

T –Amen.

 

 

***Dopo la benedizione:

 

Tutti: Dio sia benedetto…

 

*** Canto per la comunione.