IV domenica del tempo ordinario - Anno C - giovedì 25 gennaio 2007


Canto di esposizione e invocazione di adorazione

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento. Tutti: Il santissimo e Divinissimo Sacramento. gloria….

Con Maria, nostra Madre

Sac: Maria, madre nostra, madre dei viventi, madre dei chiamati,
madre che tutto sai e puoi di ciò che riguarda la nostra vita,
tu che conosci le meraviglie del Signore
e le hai cantate con la voce e con il cuore, ascolta questa nostra preghiera.
Te la presentiamo uniti, a una sola voce,
con il desiderio che sia anche .. a un cuore solo.

Tutti: Camminare con te, Maria, significa, e lo stiamo sperimentando, sentirsi allargare il cuore, accorgersi che più lo svuotiamo di noi stessi e delle nostre preoccupazioni semplicemente umane e più si riempie di qualcosa che, in alcuni momenti, assaporiamo soltanto ma che sin dall’inizio ci riempie e ci riscalda. Si tratta di un cammino che, per quanto in alcune occasioni ci appare faticoso, ci attira sempre di più e ci riempie.
Sul tuo esempio e con il tuo aiuto, stiamo sperimentando che vivere al meglio la nostra vita vuol dire rispondere a una vocazione da cercare con disponibilità e apertura di cuore e che aprirsi alla Parola che crea e che salva significa acquistare quella libertà piena che dà senso a tutto ciò che facciamo e siamo e che dà il senso più pieno della nostra stessa esistenza introducendoci a una sempre più grande capacità di amare. Quando ad essa ci apriamo avvertiamo come un fuoco nuovo che si accende in noi e chiede di essere alimentato. Continua o Maria ad aiutarci e fa’ che siamo sempre pronti a dire si all’Amore al quale desideriamo aprirci totalmente come hai fatto tu. Amen.

Invocazione e canto allo Spirito

 

 

 

Per Gesù, Parola del Padre

 

 

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).
Tutti: E noi gli diciamo: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. (1 Sam 3, 10).

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica (Lc 4, 21- 30)
Lettura dal vangelo di Luca:

 

 

Allora cominciò a dire: << Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi >>. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano : << Non è il figlio di Giuseppe? >>. Ma egli rispose : << Di certo voi mi citerete il proverbio : Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria! >>. Poi aggiunse : << Nessun profeta è ben accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro>>. All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno, si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fuori sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli passando in mezzo a loro, se ne andò.




Tutti: “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105).

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

 

1L –“Oggi si è adempiuta questa scrittura….”.

Lo sfondo di questo brano è sempre quello della sinagoga di Nazaret dove Gesù aveva letto il brano di Isaia in cui il profeta definisce la sua missione come un compito di salvezza, di liberazione dell'uomo da ogni oppressione e cecità. Il commento di Gesù a questo passo profetico è lapidario: Oggi si compie tutto ciò.
L' anno di grazia annuciato è arrivato. Il tempo della salvezza è giunto. Il mondo ora può davvero sperare in un futuro diverso perchè Dio cammina con gli uomini.
Tutti gli ascoltatori presenti nella sinagoga fissano con meraviglia Gesù, sorpresi dalle parole di grazia che escono dalla sua bocca. Sono parole che promettono la
salvezza ad un popolo bisognoso che attende e spera.

 

 

2L – “ Non è il figlio di Giuseppe?”

 

Ma l'affermazione di Gesù non poteva non provocare una reazione. I suoi concittadini passano dallo stupore per la rivelazione straordinaria appena ascoltata alle considerazioni sui connotati umani della sua persona. Gesù avverte il salto, avverte l'incertezza in cui si trovano i suoi interlocutori, la loro curiosità e forse anche un po’ di gelosia. Legge nei loro cuori e dentro di sé avverte che sarà segno di contraddizione per molti, proprio come aveva profetizzato di lui il vecchio Simeone.


1L – “Nessun profeta.....”

 

Davanti a un uditorio prevenuto nei suoi confronti Gesù si oppone decisamente a una concezione magica e provinciale della sua opera e quindi di ogni scelta nei suoi confronti. Egli si rifiuta di operare interventi taumaturgici per i suoi concittadini, a uso e consumo della loro curiosità e del loro orgoglio locale. Non aveva mai compiuto neppure altrove miracoli con questa finalità: i prodigi non erano destinati a sollevare stupore ma fede, non erano strumenti di successo ma espressione di amore. E l'amore di Dio è universale e, se ha preferenze, le riserva agli ultimi, ai lontani, rivolgendosi ai poveri che incontra per le strade, senza badare a diritti di prelazione o a privilegi.

 

2L " Ma egli,…..se ne andò"

Scatta a questo punto la reazione dei nazaretani che incarnano l'attitudine di coloro che considerano la religione come un possesso e Dio come una realtà disponibile ai propri interessi. Il loro rifiuto diventa aggressivo e rivela la falsità dell'apparente religiosità che era prima in bella mostra. Si verifica, così, nel piccolo mondo di Nazaret ciò che avverrà a Gerusalemme e che si ripeterà nella storia dei secoli futuri. Si consuma il dramma del rifiuto della salvezza da parte dei primi destinatari che sono tutti coloro che si ritengono giusti, che rispettano la religione, che forse hanno anche profetato, operato miracoli o cacciato i demoni nel suo nome (Mt 7,22). Non basta essere membri di una comunità, essere iscritti a un'associazione, condividere certe radici comuni per ottenere la salvezza. Gesù, compiendo i segni altrove, fuori Nazaret, rivela che la tradizione gretta, il possesso spirituale, l'appartenenza non sono spazio sufficiente perché egli si riveli ed operi.

 

Sac: alcuni spunti per aiutarci nella meditazione e nella orazione.


* La vicenda nazaretana di Gesù ribadisce un atto di accusa contro la facile, fatua, falsa religiosità a cui spesso ci si aggrappa ma che, appena perforata in profondità o messa in crisi, rivela il suo vero volto: quello dell'incredulità, dell'egoismo, della superficialità.


* Ma la parola di Dio non si spegne, continua a risuonare e tanti poveri, ciechi, prigionieri e oppressi alzano il capo e attendono che il Signore passi e ridoni speranza. Essi non accampano titoli né diritti primaziali ma solo levano come vessillo la loro fede e la loro miseria.

 


SILENZIO e INTERIORIZZAZIONE

Canto vocazionale


Al Padre, meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo di averti chiamato alla vita. Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola coni i fratelli e sorelle.
Puoi anche ispirare la tua preghiera alle parole del canto.


Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:
Tutti: Manda, o Signore, vocazioni di sacerdoti, religiosi, consacrati e laici impegnati nella nostra Chiesa diocesana e all’Oasi.

 

A metà del tempo dedicato alle preghiere spontanee si inserisce un
secondo canto vocazionale
quindi si continua con interventi liberi di preghiera…

La preghiera spontanea potrà essere conclusa con la seguente preghiera da recitare


tutti insieme:

Padre santo, fonte perenne dell'esistenza e dell'amore,
che nell'uomo vivente mostri lo splendore della tua gloria,
e metti nel suo cuore il seme della tua chiamata,
fa che nessuno, per nostra negligenza, ignori questo dono o lo perda,
ma tutti, con piena generosità, possano camminare
verso la realizzazione del tuo Amore.
Signore Gesù, che nel tuo pellegrinare per le strade della Palestina,
hai scelto e chiamato gli apostoli e hai affidato loro il compito
di predicare il Vangelo, pascere i fedeli, celebrare il culto divino,
fa' che anche oggi non manchino alla tua Chiesa
numerosi e santi Sacerdoti, che portino a tutti
i frutti della tua morte e della tua risurrezione.
Spirito Santo, che santifichi la Chiesa
con la costante effusione dei tuoi doni,
immetti nel cuore dei chiamati alla vita consacrata
un'intima e forte passione per il Regno,
affinché con un sì generoso e incondizionato,
pongano la loro esistenza al servizio del Vangelo.
Vergine Santissima, che senza esitare
hai offerto te stessa all'Onnipotente
per l'attuazione del suo disegno di salvezza,
infondi fiducia nel cuore dei giovani
perché vi siano sempre pastori zelanti,
che guidino il popolo cristiano sulla via della vita,
e anime consacrate che sappiano testimoniare
nella castità, nella povertà e nell'obbedienza,
la presenza liberatrice del tuo Figlio risorto.
Amen.
(Giovanni Paolo II)

 

 

Canto per la Benedizione eucaristica: Tantum ergo
Sac: Preghiera (solo il sacerdote in piedi)

Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T – Amen


Dopo la benedizione:
Tutti: Dio sia benedetto…

Canto per la comunione.