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calice

 

 

OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- 4a Domenica di quaresima - Anno A

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - giovedì 28 febbraio 2008

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                    Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.                  gloria….

 

Con Maria……..

 

Sac:Continuiamo in questo tempo quaresimale il nostro cammino penitenziale fatto di preghiera e di esercizio della carità, anche nei gesti più umili, per realizzare quella conversione che la Parola di Dio ci chiede. L’appuntamento con la Pasqua, verso la quale siamo incamminati, deve trovarci con il cuore trasformato e completamente aperto a Dio e ai fratelli, sull’esempio di Maria.  A lei ci affidiamo per lasciarci condurre come figli amati e prediletti.

Tutti:

In questo santo tempo che è il periodo quaresimale, o Maria,
sentiamo ancora più forte la responsabilità
di far fruttificare nel nostro cuore la parola di Dio
lasciando scorrere su di essa i nostri pensieri,
le nostre azioni e tutta la nostra vita.
Accolto e vissuto come tempo di grazia,
questo periodo può diventare per noi un “tempo forte”
di crescita spirituale, di speranza e di comunione viva con Te, o Gesù,
che sei venuto tra noi per portarci la salvezza
e lo hai fatto percorrendo tu stesso un itinerario di crescita spirituale
che ti ha portato a conformare pienamente la tua volontà
a quella del Padre celeste.
Guardando Gesù e cercando l’aiuto e la protezione di Maria, nostra madre,
vogliamo vivere questo periodo
nutrendoci di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
e incamminandoci verso l’attuazione di quella speranza e carità
che il Papa ci ha ci ha raccomandato anche nella sua forma di elemosina
come espressione concreta di quella carità
che “educa alla generosità dell’amore e copre una moltitudine di peccati”.
Gesù, Parola del Dio vivente,
riempi i nostri cuori della tua sapienza e del tuo amore. Amen

 

 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

***Invocazione e canto allo Spirito

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica . (Giovanni 9, 1-41)

 

 

ASCOLTA  LA  PAROLA

    

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».


Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e lavati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».


Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli
occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che
avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva recuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoigenitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».


Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio!
Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».


Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi».


Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?».
Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

 

 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

1L - “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”.

Appare inevitabile una simile domanda, ieri come oggi: perché davanti alla disgrazia - davanti ad un uomo che è cieco dalla nascita come davanti ad un giovane che muore in un incidente stradale - l'unica soluzione sembra essere quella di trovare un colpevole (o almeno una ragione plausibile) su cui scaricare la responsabilità. Davvero però è inevitabile una simile domanda? Davvero non ci sono altre soluzioni, se non quella di trovare un colpevole? I discepoli pensavano di sì e con loro lo pensavano soprattutto i farisei. Questi ultimi infatti credevano di avere una spiegazione per ogni cosa: “Noi sappiamo” ripetevano spesso con presunzione. E dunque essi erano sicuri che quell’uomo era cieco a causa delle colpe commesse da lui e dai suoi familiari.
Non di questo avviso, però, era Gesù, che si dissocia immediatamente: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”. Gesù in definitiva era convinto che non fosse necessario rassegnarsi al male: perché non il male, ma le opere di Dio sono l'ultima parola. E dunque Gesù riteneva inutile cercare un colpevole, come se non esistesse un'altra strada per rispondere al male. Al contrario, egli proponeva una via nuova, più positiva, che va bene sempre: “Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare ”.

 

 

2L - “Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco….”

Possiamo immaginare facilmente la sensazione di gioia provata dal cieco, che ora vede. Ma è stata una gioia di breve durata perché immediatamente viene sottoposto al processo degli uomini che, invece di gioire, si abbandonano alla incredulità, fino quasi a dubitare della sua identità. Come se il cieco fosse persona diversa da quello che ora vedeva. I farisei, scandalizzati, come se qualcuno avesse “bestemmiato” il giorno di sabato ridando la vita ad un cieco, sottopongono il poveretto ad un vero processo: “Chi ti ha guarito non può venire da Dio, perché non osserva il sabato”.
Ma non scalfiscono il coraggio della verità del cieco: “E' un profeta”. E la discussione finisce davvero male per quel cieco, che si vede cacciato dalla sinagoga, come uno scomunicato. Gli stessi genitori, chiamati a testimoniare, non condividono -per paura- la gioia di un figlio a cui è stata restituita la vista.                                                                                                           

 

 

 

 1L-“Ed egli disse: «Io credo, Signore!»

Il miracolo per il cieco nato non è la comoda soluzione ad una situazione di disagio, ma è l'inizio di un duro cammino di fede. Era molto più semplice la vita del mendicante: ora egli deve affrontare prima la diffidenza della folla, l’ostilità dei farisei, lo scaricabarile da parte dei suoi stessi familiari, infine l'espulsione dalla comunità. Solo al termine di questo cammino, con cui si libera dai pregiudizi, dalle tradizioni, dal legame interessato con la famiglia, il cieco riacquista veramente la vista, compresa quella interiore che lo fa credere in Gesù. Al povero uomo che aveva guarito dalla sua cecità, al quale, con miracolo grande, aveva donato la luce degli occhi, Gesù ora rivela tutto se stesso, gli fa una grazia ancora più grande: gli dona la luce della fede.
Quello che conta è la luce di Dio nella vita, la luce della fede, la luce della verità, la luce che fa vedere il vero volto di tutte le cose e mette in giusta relazione la vita dell'uomo con se stesso, con gli altri, con il Signore. Gesù è la luce del mondo e della nostra vita e chi cammina dietro a lui vive nella luce, non teme le tenebre e i pericoli del buio, delle tentazioni, dei problemi, del male.

 

2L-“Siamo forse ciechi anche noi?...”

E' la domanda di alcuni farisei presenti nel momento in cui il cieco riconosce in Gesù il Messia; ma è una domanda che tutti noi dovremmo porci.
Anche noi nasciamo ciechi: a causa del primo peccato la nostra umanità non è perfetta, è mancante di qualcosa, costretta a vivere nelle tenebre del peccato. Ma possiamo essere guariti se accettiamo di rinascere di nuovo, non più però nella carne ma nello spirito. Nel sacramento del Battesimo abbiamo incontrato Cristo, il quale ci ha "ricreati, rigenerati" nella sua passione, morte e resurrezione. Siamo rinati a vita nuova! Ora, non siamo più costretti a vivere nelle tenebre ma siamo figli della Luce e come tali dobbiamo fare le opere della luce. Ecco come S. Paolo ci esorta: “Fratelli, un tempo eravate tenebre, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità”.
Con la vista e la luce della fede, dobbiamo guardare il Signore, contemplare il suo volto.

 

            ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

  

*** La Parola si fa preghiera.

 

Al Padre      - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita.

Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

 

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

 

 

 

 

Preghiera

 

Ho camminato nella notte,
alla luce delle fiaccole, ho anticipato l’aurora
ed ho affrontato le tenebre, talvolta mi sono lasciato guidare
solo dal chiarore delle stelle e della luna.
Ma il buio più consistente,
l’oscurità più densa, mi sono piombati addosso
nei momenti di smarrimento,
quando non sapevo più dove andare e cosa fare
e l’angoscia diventava una cattiva consigliera.
È allora, Gesù, che ho apprezzato
la tua luce discreta che non abbaglia e non ferisce,
la tua luce benevola che non umilia, né giudica,
la tua luce misericordiosa che ridona speranza e fiducia.
Sì, tu sei la luce vera che illumina ogni uomo ed ogni donna
desiderosi di trovare la strada della vita.
Tu sei la luce che abbatte ogni pregiudizio ed ogni sospetto
e dona uno sguardo limpido, capace di cogliere i prodigi dell’amore.
Tu sei la luce che accompagna ogni ricerca sincera
di fraternità, di giustizia e di pace.

 

(ROBERTO LAURITA)

 

 

 

 

 

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque 

Compar sit laudatio. Amen.   

 

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

 

Concedi, o Dio Padre, ai tuoi fedeli di innalzare un canto di lode all’Agnello immolato per noi e nascosto in questo santo mistero, e fa’ che un giorno possiamo contemplarlo nello splendore della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

T –Amen.

 

 

***Dopo la benedizione:

 

Tutti: Dio sia benedetto…

 

*** Canto per la comunione.