Santa famiglia - Anno C – giovedì 28 dicembre 2006


Canto di esposizione e invocazione di adorazione

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento. Tutti: Il santissimo e divinissimo Sacramento. gloria….

Con Maria, nostra Madre

Sac: Nella gioia del Natale apriamo il nostro cuore davanti a Gesù Eucaristia, così come Maria lo aprì per accogliere la venuta del Signore e diciamo:

Tutti: Padre nostro del cielo, da cui prende il nome ogni paternità in cielo e sulla terra, oggi ti benediciamo per il mirabile esempio della Santa Famiglia di Nazaret. In essa Gesù, Tuo Figlio, imparò l’obbedienza e il lavoro, mentre Maria e Giuseppe si dedicavano al faticoso e meritorio lavoro di ogni giorno. Fa che imitiamo le loro virtù domestiche e la loro unione nell’amore. Che le nostre famiglie testimonino speranza e solidarietà. Benedici le nostre case nelle loro gioie, speranze e angosce; concedi a genitori e figli sensibilità per apprezzare i valori e risveglia, consolida e incoraggia nelle nuove generazioni l’entusiasmo e l’impegno risoluto per un futuro migliore. Amen.

Tutti: Madre di Gesù guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

Invocazione e canto allo Spirito

 

 

 

Per Gesù, Parola del Padre

 

 

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).
Tutti: E noi gli diciamo: “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. (1 Sam 3, 10).

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica (Lc 2,41-52)
Lettura dal vangelo di Luca:

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? ”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Tutti: “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105).

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

 

1L“…Vi salirono di nuovo secondo l’usanza…”

La santa Famiglia, di cui nella prossima domenica celebriamo la festa, è una famiglia rispettosa della legge. Gesù ha raggiunto l'età in cui ogni ragazzo ebreo è tenuto a sottoporsi alla legge del suo popolo, Israele. Il che era sancito da una visita al tempio di Gerusalemme, con i genitori. Maria e Giuseppe assolvono a quel loro compito, a cui Gesù non si sottrae (pur essendo Egli superiore alla legge), anche se sappiamo, sempre dal Vangelo, che ogni anno la famiglia saliva al tempio. Abbiamo così una famiglia che si reca insieme a pregare, come famiglia: genitori e figlio.

 

2L“Si misero a cercarlo… dopo tre giorni lo trovarono nel tempio…”

Quando perdiamo qualcosa di caro lo cerchiamo per ore e ore pur di trovarlo.
Il dramma di Giuseppe e Maria è quello di aver perso un figlio, il Figlio di Dio! Il loro dramma non è troppo dissimile da quello di tanti di noi oggi che spesso perdiamo la strada, la speranza, le ragioni, spesso troppo fragili, su cui si basa la nostra vita. Rispettosi della legge ebraica, che non permette di spostarsi di notte, per Giuseppe e Maria passano tre giorni prima di poter ritrovare Gesù. E questi 3 giorni, naturalmente, non vengono segnalati a caso dall’evangelista: ci ricordano, infatti, gli altrettanti giorni passati da Gesù nel sepolcro. Ogni ricerca della Via, della Verità, della Vita, ogni ricerca vera di Dio non può non passare attraverso la Pasqua

 


1L “ <perché ci hai fatto così?>…<non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?>”

E’ umano l’atteggiamento dei genitori che ansiosi cercano Gesù. Ma Gesù, con la Sua risposta riporta Giuseppe e Maria su un altro piano, quello divino. E nella Città Santa che Egli si rivela, in modo sconcertante, come è sconcertante, talvolta, la fede; qui, si manifesta come Maestro e Figlio di quel Padre, che gli ha affidato un progetto, molto più grande e importante di quello che umanamente pensavano i suoi, pur rimanendo aperti alla volontà di Dio.
Da questo, momento, qualcosa, nella " santa Famiglia", cambia; Giuseppe e Maria, la Madre, devono aprirsi alla verità profonda, al mistero grande di quel figlio, che essi hanno custodito e cresciuto, ma non è più, tutto loro, perché, Egli è, veramente, il Figlio di Dio, il Messia, il Cristo redentore.


2L “Ma essi non compresero le sue parole… sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”

Generalmente, si legge questo episodio dell'infanzia di Gesù, in chiave psicologica: l'ansia dei genitori, chiamati ad accettare le scelte dei figli; sicuramente, anche questo aspetto è vero, e leggibile, nel racconto evangelico, ma c'è, in esso, molto di più, perché, nel tempio di Gerusalemme, dove si era fermato, il fanciullo Gesù rivela l'Altro, generando stupore, tra i dottori, e si svela nuovamente, e in maniera quasi sconvolgente, a sua madre e a Giuseppe. Come noi, quando la Provvidenza ci mette innanzi qualcosa che non ci aspettavamo, i due genitori si interrogano di fronte a Dio e non comprendono. Ma non si ribellano. Anzi! Maria continua a serbare queste cose nel suo cuore, perché anche se tutto non è sempre chiaro, in lei c’è, come dovrebbe esserci in noi, la consapevolezza che Dio sa cosa fa e, se ci si è abbandonati a Lui, sarà Lui stesso a farci comprendere il senso di tutto, al momento opportuno.

1L “stava loro sottomesso… e Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini

Queste poche parole valgono, appunto, i trent'anni di quella che chiamiamo la "vita nascosta" a Nazareth. Sì, Gesù è vissuto in famiglia, come tutti, quasi a voler dire che la salvezza, la santità non è estranea alla vita ordinaria degli uomini. Dal Vangelo sappiamo che la vita a Nazareth è segnata dalla normalità: non ci sono miracoli o guarigioni, non si vedono folle che accorrono; tutto accade "normalmente", secondo le consuetudini di una famiglia israelita
Tuttavia c'è una profondità, in quella famiglia, che restò nascosta agli occhi dei contemporanei, ma che a noi viene svelata dal Vangelo, ed è la "centralità" di Gesù in quel nucleo familiare. Questo è il "tesoro" della "vita nascosta": Maria e Giuseppe avevano accolto quel Figlio, lo custodivano e lo vedevano crescere in mezzo a loro, anzi dentro il loro cuore, e aumentava parimenti il loro affetto e la loro comprensione. Ecco perché la famiglia di Nazareth è santa: perché era centrata su Gesù. E, d’altra parte Gesù è diventato quello che era anche grazie a quanto imparato dalla sua famiglia. E’ anche grazie a loro che cresceva in età, sapienza e grazia.

 

Sac: Contributi per la preghiera:


Sono consapevole che, prima di appartenere alla mia famiglia appartengo alla Famiglia dei figli di Dio ?


Sono capace di ragionare secondo Dio o sono troppo legato ai miei ragionamenti ?


Sono capace di crescere, oltre che in età, anche in sapienza e in grazia ?

 

 

Suggerimenti per la meditazione:

Al Padre, meta ultima della nostra vita.

È il momento di far risuonare dentro di noi la parola del colloquio con la Trinità. Cerca nel testo sacro ascoltato una piccola parola divina da meditare e custodire nel cuore, sull’esempio di Maria di Nazareth.


 

La Parola si fa preghiera

Guida: “Ascolta Signore la mia voce”. (Sal 26, 7).
Tutti: “Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera”. (Sal 130, 2).

Preghiera spontanea (brevi preghiere di dialogo e di adorazione, di lode e di ringraziamento, di richiesta di perdono, di intercessione).

Ritornello: Beato chi abita la tua casa, Signore (da ripetere ad ogni preghiera)




 

Contemplazione finale

 

“Maria e Giuseppe non compresero”.
Quanta fatica, Signore,
per capire qualche briciola del tuo messaggio:
il limite dei tuoi genitori
è anche la nostra debolezza,
è la difficoltà di entrare nella tua visione delle cose.
“Gesù scese con loro”.
Ma tu non ti allontani spazientito,
ti sottometti alle nostre persone, alle loro fragilità:
così non ci abbandoni nelle nostre difficoltà,
scendi in mezzo a noi,
ti incammini sulle strade della nostra vita.
“Cresceva in età e grazia”.
Dona a noi, Signore, la forza di restare, di misurarci con i nostri limiti
per acquistare una scintilla della tua sapienza.


(Madì Drello)

 

 

Canto per la Benedizione eucaristica: Tantum ergo
Sac: Preghiera (solo il sacerdote in piedi)

Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perchè adoriamo
in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù,
presente in questo santo sacramento.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T –Amen.


Dopo la benedizione:
Tutti: Dio sia benedetto…

Canto per la comunione.