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calice

 

 

OASI  MARIANA  BETANIA – VIA COLLE PIZZUTO – ALVITO (FR)

 

SCUOLA DI PREGHIERA --- XXII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

………………………….…… Con Maria per Gesù al Padre nello Spirito

                 Adorazione  - Giovedì 30 agosto 2007

 

 

*** Canto di esposizione e invocazione di adorazione

 

Sac.: Sia lodato e ringraziato ogni momento.                                                                Tutti: II Santissimo e Divinissimo Sacramento.

 

                

Con Maria……..

 

Sac: Apriamo il nostro cuore davanti a Gesù Eucaristia, così come Maria lo apriva all’azione dello Spirito e diciamo:

Tutti:

Come Maria, o Gesù, la tua e nostra Mamma celeste,

abbiamo il dono di portarti in noi,

dopo averti ricevuto nell’Eucaristia

e dopo esserci nutriti della tua Parola viva e trasformante

per l’azione del tuo Santo Spirito.

Davanti a te, in questo momento,

vogliamo non soltanto confermare questa nostra fede,

ma affidarci a lei, e lasciarci condurre per mano,

perché ci guidi dentro il mistero della tua Parola e del tuo Amore.

Invia il tuo Spirito su di noi

perché la Parola che ascoltiamo,

accolta, meditata e custodita nel più intimo di noi stessi

porti frutto secondo il desiderio di ciascuno

e soprattutto, in conformità alla volontà del Padre,

diventi liberante da ogni nostra pigrizia ed egoismo,

tenga lontano ogni malvagità,

ci sostenga nelle difficoltà e nelle tribolazioni,

ci aiuti a combattere e a superare la tentazione

e ci guidi passo passo in ogni istante della nostra vita

fino al giorno in cui, nel compimento beato della nostra speranza,

possiamo sperimentare e godere la verità piena della tua promessa. Amen 

Sac: Madre di Gesù e madre nostra

Tutti: Guidaci a Cristo Via al Padre, Vita, Verità e salvezza di ogni uomo.

 

 

 

***Invocazione e canto allo Spirito

 

 

Per Gesù              Parola del Padre - Invito all’ascolto.

 

Guida: Gesù è parola del Padre per noi. Lui stesso ha detto: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. (Lc 11, 28).

T: E noi gli diciamo:“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”.    (1 Sam  3, 10).

 

 

 

 

Il sacerdote legge la Lettura biblica (Lc 14,1.7-14).

 

 

Lettura dal Vangelo di Luca :

 

Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a
dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».


 

T:“Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119, 105)

 

 

 

 

 

 

 *** Meditazione.

 

 

 

 

1L – Chi si umilia sarà esaltato.

L'arrembaggio per i primi posti è l'emblema della nostra società. Ognuno di noi si sente protagonista, la valorizzazione del nostro io s'è fatta esasperata, siamo diventati una massa di esibizionisti. Basta un niente per farci ritenere predestinati: una specializzazione professionale, una sedia dietro uno sportello..., e subito ci sentiamo importanti, padroni di sé e degli altri! Tutto è dovuto, tutto è preteso, tutto deve essere ottenuto ad ogni costo. Non ci si ferma davanti a nessuno. Nei confronti degli uomini, ma anche ormai nei confronti di Dio. L'umiltà non è proprio più di casa da noi. Ma per essere ammessi al Regno di Dio, la condizione fondamentale è quella di riceverlo, di accoglierlo, di farsi piccoli: è "il padrone di casa" che invita e fa sedere ai primi posti. Paradossalmente colui che si stima l'ultimo è più preparato a ricevere per grazia il dono che sente di non meritare. Il pubblicano umile e senza pretese parte dal tempio giustificato, mentre il fariseo che esibisce i suoi meriti viene condannato (Lc 18,9-14). Ciò che si oppone alla salvezza non è il peccato - una volta che se ne prenda coscienza e ci sveli la nostra fragilità -, ma la pretesa della nostra giustizia. E' Dio che gratuitamente invita e liberamente dispone i posti; è Lui che "disperde i superbi e innalza gli umili" (Lc 1,52); è Lui che "ha tenuto nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le ha rivelate ai piccoli" (Lc 10,21); è Lui che "resiste ai superbi e fà grazia agli umili" (Gc 4,6). Nella grande cena del Regno di Dio è promesso innalzamento solo a chi accoglie l'invito come dono e con umiltà: "Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato". Quel punto di passaggio è stretto perché indica il posto che Cristo ha scelto, l'ultimo posto, il posto di uno venuto per servire, il posto di chi da ricco si fece povero, quello del bambino messo in mezzo al cerchio degli adulti come modello. È stretta la porta, perché indica quel poco di legno che gli bastò per morire. Stretta, ma sufficiente: la grande sala infatti è piena. Vengono i lontani, e sono folla, ed entrano. Non sono migliori di noi che siamo vicini, non hanno più meriti di noi. Non mi illudo, la cruna dell'ago non sarà mai alla portata né dei vicini, né dei lontani. Ma Cristo non si merita, si accoglie.
Stretta, ma bella. Riverbera simboli di festa: una sala colma, una mensa imbandita, e un turbinare di arrivi e un colorato confondersi di punti cardinali; un mondo finalmente altro, dove Dio stesso gioisce vedendo uomini diventati fratelli. Se accolgo Cristo in me, divento anch'io, come Lui, punto di passaggio, terra attraversata, piccola porta di comunione, per cui vita va e vita viene. Comincerò così, umilmente e dolcemente, a varcare la soglia che in me porta al mistero.

                                                                                             

 

 

2L Piuttosto, pensiamo a servire.

Ciò che è grande può capitolare improvvisamente, mentre quello che viene comunemente definito superfluo e insignificante può ottenere molta più valutazione ed essere lanciato verso altri livelli.
I titoli e le onorificenze possono sempre cambiare come pure può essere improvvisamente ribaltata una situazione mentre noi meno ce lo aspettiamo.
Si tratta in un certo qual modo di "Scherzi della Provvidenza" che ci invitano a non dare mai nulla per scontato e a non trarre conclusioni prima del tempo e soprattutto a non prefiggerci nella nostra vita alcun obiettivo di grandezza e di altezzosità né alcun ruolo di potere e quando questo ci venga conferito non abusarne né avvalercene spropositatamente fino in fondo, appunto perché è proprio vero che ogni potere che ci è stato conferito potrebbe esserci tolto da un momento all'altro e che non siamo noi a determinare grandezze o piccolezze. Per dirla con Paolo, "passa la scena di questo mondo e chi ne usa deve farlo come se non ne usasse a fondo".
Gesù davanti a Pilato ammonì con "tu non avresti alcun potere se non ti provenisse da chi sta al di sopra di te" e con questo sottolineerà il dato di fatto importante che qualunque posizione di dominio e di potere potrebbe esserci tolta come ci è stata data: non siamo noi a stabilire quale posizione occupare nella vita ma... il padrone di casa che ci ha "invitati al banchetto", vale dire Dio; ed è cosa logica che ad un certo punto Questi possa decidere di toglierci la posizione che stiamo occupando, nella maggior parte dei casi proprio perché stiamo esercitando in quella posizione solo un mero predominio di altezzosità e di prestigio senza comprendere il nostro dovere di responsabilità verso gli altri, e peggio ancora facendoci forti delle nostre sicurezze.
A questo serve in effetti la riprovazione di Gesù ai commensali che aspirano ai primi posti: essi in realtà nel loro atteggiamento evidenziano la loro attitudine di comportamento nel sociale, caratterizzata dalla smania di ergersi nei confronti degli altri e di auspicare luoghi e posizioni che ad altri sono precluse.

   

 

 

 

        ***Canto…….Silenzio, meditazione

 

     

 

 

*** La Parola si fa preghiera.

 

 

Al Padre       - meta ultima della nostra vita.

Prova a trasformare quanto hai meditato, in preghiera al Padre per dire la tua disponibilità e ringraziarlo per averti chiamato alla vita. Proponi la tua preghiera ad alta voce condividendola con i fratelli e sorelle.

Le intenzioni saranno intercalate dalla seguente invocazione:

 

 

 

Sei tu, Signore, il Padre degli umili.

 

 

 

Preghiera

Anche la preghiera, o Gesù, ha la sua funzione educativa: perché possa raggiungere il cuore in profondità bisogna farla partire dal punto giusto.
Se poi deve nutrire e accompagnare la vita,
si capisce che il posto migliore in cui farla e da cui farla partire è l’ultimo,
perché solo questo ci dà la possibilità di rapportarci con te e con il Padre nelle giusta misura.
Tu non ami la preghiera del primo posto, quella di chi non avendo distanza tra sé e te
si presenta credendo di avere tutte le carte in regola e ti ringrazia di stare a posto.
Ce lo hai detto attraverso la parabola del fariseo e del pubblicano nel tempio.
Eppure, o Gesù, quante volte io stesso mi ritrovo a fare la preghiera in prima fila.
Gesù, pietà di me immodesto e superbo, amante dei primi posti.
Pietà di me invidioso e vanitoso, desideroso di successo e considerazione,
di attenzione e stima, di consenso e onori.
Mi vanto per essere adulato.
Esalto le mie virtù e le mie doti, denigrando gli altri.
Pietà di me Signore, della mia ingenerosità.
Non invito alla mia mensa quanti non possono ricambiare
Eppure sono sempre pronto a chiedere a te di comportarti con occhio favorevole nei miei confronti.
Ti prego, Gesù, Abbi pietà di me e tienimi al posto giusto.


Amen

 

 

               

                *** Canto per la Benedizione eucaristica .  Tantum ergo

Adoriamo dunque prostrati

un sì grande mistero

e l’antica legge ceda

al nuovo rito.

La fede offra soccorso

alla insufficienza dei sensi.

 

Al padre e al Figlio

siano lode e giubilo,

salute, onore e potenza

e benedizione,

uguale glorificazione sia a Colui (lo Spirito Santo)

che procede da entrambi.  Amen

 

 
Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui (si china il capo)

et antiquum documentum

novo cedat ritui:

praestet fides supplementum

sensuum defectui.

 
Genitori Genitoque (si china il capo)

laus et jubilatio,

salus honor, virtus quoque

sit et benedictio;

Procedenti ab utroque   

 Compar sit laudatio. Amen.

 

Sac: Preghiera                                                        (solo il sacerdote in piedi)

O Dio, che in questo sacramento della nostra redenzione ci comunichi la dolcezza del tuo amore, ravviva in noi l’ardente desiderio di partecipare al convito eterno del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.   T –Amen.

 

 

 

***Dopo la benedizione:

Tutti: Dio sia benedetto…….

                                                                                                *** Canto per la comunione.