Ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù
nel deserto dopo il suo battesimo nel
Giordano e
prima del suo ministero pubblico. È anche il periodo
in cui i catecumeni
vivono l'ultima preparazione al loro battesimo.
Significato dei quaranta giorni
Si dice abitualmente che la durata della
Quaresima è di quaranta giorni; in realtà il calcolo esatto arriva (nel rito
romano) a quarantaquattro giorni. Alla fine del IV secolo,
e ancora oggi nel rito ambrosiano,
Nella determinazione della durata ebbe grande
peso il numero quaranta che ricorre nell'Antico
Testamento molte volte. Le risonanze principali che hanno a che fare con la
quaresima sono:
Nel Nuovo
Testamento ci sono alcuni passi chiave nei quali si parla di quaranta
giorni:
Un altro riferimento significativo sono i quaranta
anni
trascorsi da Israele nel deserto (Deuteronomio 2,7):
è il tempo della prova a cui YHWH sottopone il popolo d'Israele, tempo di purificazione, tempo in cui
rinasce una nuova generazione fedele a Dio.
Il carattere originario della quaresima fu
riposto nella penitenza di tutta la comunità cristiana e dei singoli, protratta
per quaranta giorni.
Le opere della penitenza quaresimale
Le
opere della penitenza quaresimale sono:
La chiesa insegna che queste opere devono essere
compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in vista della
conversione, e non fine a sé stesse.
IL MERCOLEDI’ DELLE CENERI
L'origine del Mercoledì
delle ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale. Originariamente il
sacramento della penitenza non era celebrato secondo le modalità attuali. Il
liturgista Pelagio Visentin sottolinea che
l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una
celebrazione pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con
La celebrazione delle
ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva
infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che
sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel
tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la
riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo
segno.
La teologia biblica
rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno
della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice:
"Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e
cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il
limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione,
afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato
polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri
passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo
simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
2 - Ma la cenere è anche
il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di
compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo
biblico della conversione degli abitanti di Ninive a
motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive
credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il
sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì
di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio
3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo
a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna
israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al
tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani
davanti al Signore" (Gdt 4,11).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio.