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TESTIMONIANZE OASI

STEFANIA e DOMENICO

 

Siamo giunti al matrimonio dopo un lungo periodo di fidanzamento, durato 17 anni, che ci ha visto condividere le esperienze del Gruppo giovanile parrocchiale, gli studi universitari conclusi brillantemente, i primi passi nel mondo del lavoro ed il sogno di una vita, il matrimonio appunto, il 1° giugno 2003. Eravamo una coppia speciale, ammirata da tutti, che aveva basato la propria vita sul successo professionale, sul successo sociale, sul materialismo e su fondamenti religiosi di tradizione. Tutto perfetto, tutto bellissimo. La decisione poi di scendere in politica è quasi obbligata per chi fa una professione che dipende soprattutto da agganci e conoscenze.
Il rapporto cominciò a soffrire di un esasperato attaccamento a questo nuovo obiettivo che nel giro di pochi mesi riuscì quasi a distruggere le nostre vite e quasi a sopprimerne una. In questi casi inevitabilmente si cade giù nell’abisso da dove è quasi impossibile risollevarsi è proprio il caso di dire “dalle stelle alle stalle”. Ci trovammo come il “figliol prodigo” lontano dalla casa del Padre, avevamo voluto la nostra eredità eravamo andati via con la presunzione di poter fare da soli, tutto ci spettava di diritto! Poi il mondo ci aveva ingannato, ci aveva rubato tutto ciò che avevamo (la serenità, la spensieratezza, la gioia di stare insieme e perfino di vivere).Il Prodigo a questo punto perde anche gli amici, a noi questo non è successo anzi siamo stati attorniati da amici ma da quell’abisso non poteva tirarci fuori nessuna amicizia, per quanto vera. Dal baratro della disperazione si esce solo se sospinti dall’amore, niente di meno. E’ l’amore di un padre, la nostra luce della speranza. E’ questo amore che ci ha guidato misteriosamente ma non casualmente qui all’Oasi. E’ qui che pian piano abbiamo ritrovato noi stessi o meglio abbiamo scoperto la vera nostra essenza come individui e come coppia. E’ qui che abbiamo trovato il coraggio di “levarci”, chiedere perdono a Dio dicendogli di “non essere più degni di essere suoi figli”e chiedendogli di “trattarci come uno dei suoi garzoni”. Ma Lui si sa è infinitamente misericordioso e già ci aveva accolto e ci aveva stretto fra le sue braccia! Erano le braccia dei membri della comunità.Il nostro cammino ci aveva finalmente riportato a “casa”! A casa, sì, perché era qui che sentivamo e sentiamo di appartenere. E qui che il Signore ci aveva chiamato ed è per questo che decidemmo di fare domanda per il probandato e poi per il noviziato e finalmente lo scorso anno per emettere i voti. La nostra vita ora ha un fine, uno scopo che niente e nessuno potrà più toglierci: servire Dio!Siamo una famiglia di consacrati, continuiamo la nostra vita di tutti i giorni, il nostro lavoro ma dentro di noi c’è una nuova consapevolezza, una attenzione per gli altri che non avevamo prima! La strada per la santità è lunga, le cadute ci sono sempre, le prove sono ancora maggiori ma la nostra volontà è ferma!
Intanto il Signore ci ha fatto il dono più grande per una famiglia: una figlia che abbiamo voluto chiamare Maria Aurora, perché siamo certi è stata Lei, la Vergine Santissima che qui all’Oasi abbiamo trovato, a vegliare maternamente sul nostro matrimonio ridonandoci la speranza. Il Signore è grande e misericordioso.

 

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